Non so se avete notato il fiorire, in questi anni, di copertine tratte da foto: abbiamo tanti visi, presi interi o in parte, occhioni che ci guardano. Tutto sullo stile della Solitudine dei numeri primi.
Chi decide le copertine nelle grandi case editrici italiane deve aver pensato che tanti occhi che guardano dagli scaffali delle librerie possano avere una qualche influenza sui potenziali lettori.
Poi c'è anche un fiorire di tuffatori, foto di persone che si tuffano non si capisce mai da dove partono nè dove vanno.
Per fortuna che ci sono anche i libri usati...
Eccovi due copertine d'annata di Milton Glaser che fanno dimenticare tutta la cattiva e ripetitiva illustrazione di questi anni.
Milton Glaser è quello che ha inventato il logo di I Love New York, non il primo arrivato.
Anche in queste due copertine, diversissime fra loro, ci sono occhi che guardano ma c'è una ricerca del senso profondo del contenuto del libro, c'è un tentativo di riportare a galla, proprio sulla superficie del libro, quello che lo scrittore ha depositato all'interno. E' un tentativo, è un accenno, è un modo personale, dell'illustratore, di rileggere il libro e di proporlo al lettore. La profondità e le ombre di Knulp, la divisione e la mancanza di unità di Rabbit Run: suggerimenti, impressioni che quasi a livello inconscio si interfacciano con il lettore.
Non c'è nessun tentativo di ingannare il lettore, di vendere il prodotto a qualsiasi costo.