Per chi ha visto o vedrà il nuovo film di Polanski, Carnage, in questi giorni alla mostra del cinema: se vi piacerà ricordatevi che il merito è di chi ha scritto il testo.
Questo è un film dove i dialoghi sono stati tratti pari pari dal libro: il libro di Yasmine Reza non è un romanzo, è un testo teatrale, sono solo dialoghi con alcune piccole note di scena.
Il film ha mantenuto integralmente il testo, lo ha solo adeguato all'America (il clafoutis diventa la torta, il parco giochi non è a Parigi ma a New York, il rum diventa scotch, Veronique diventa Penelope) ma il resto, testo, ritmo, accenti è identico.
Questo stesso testo è stato portato a teatro in Francia con Isabelle Huppert come attrice e in Italia, sempre a teatro, con Silvio Orlando (indovinate nella parte di chi?). Nel film il regista ha avuto l'idea di far precedere alla parte principale del film la scena del parco giochi, che serve da antefatto. Questo nel testo della Reza non c'è, non serve. Poi fa terminare il film con un'altra scena nel parco: anche questo nel testo della Reza non c'è, il libro non lascia speranze, termina sempre nella casa dove tutta la scena si svolge. Forse Polanski ha voluto inserire un lieto fine, non necessario a mio avviso.
Quello che mi è piaciuto molto della regia è la ricerca compulsiva della fuga: la coppia ospite è sempre sul punto di andare, si mettono i cappotti, escono dalla porta, arrivano anche a chiamare l'ascensore ma poi c'è sempre qualcosa che li trattiene, che li fa tornare all'interno. Questo continuo spostamento da dentro casa a fuori casa è forse il contributo maggiore della regia a questa opera.
Per la recitazione mi ha colpito John Reilly, insuperabile quando urla al telefono a sua madre "I Love You" e tutti capiscono che vuole dirle "Smettila di rompermi le balle" e comunque bravissimo nell'uso della voce e del gesto fisico.