Ecco finalmente un libro che non crea stress ai librai: che si venda o non si venda, non cambia nulla. Infatti in libreria il libro non c'è. Voi volete comprarlo? Non potete. Andate in libreria a domandarlo? Vi diranno che è fuori catalogo (tanto dicono sempre così i librai quando non sanno procurare un libro).
Francesco Forlani è scrittore, è fra i redattori di Nazione Indiana, eppure non ha trovato un editore disposto a pubblicare il suo ultimo libro. Con una mossa che rivela indipendenza e creatività , ha deciso di saltare gli editori e rivolgersi direttamente al suo pubblico. Si potrebbe dire che è un altro che si è lanciato nel self-publishing, che ha pagato per farsi pubblicare. Non è proprio così, lui ha messo in pratica un'altra tecnica, quella che lui, inventore di definizioni e di nomi, ha chiamto surf-publishing: ha curato la stampa del suo libro in 200 esemplari, ha trovato (immagino senza soverchi problemi) 200 persone che erano disposte a comprare il libro e ha venduto l'intera tiratura, penso ancora prima di stamparla, occupandosi anche della consegna, personalizzando ciascun libro con una dedica: così adesso abbiamo un libro di cui non esistono più copie cartacee in commercio (eccetto quella che ho comprato io: da buon libraio dell'usato, la mia copia la venderò quando la quotazione di questa piccola tiratura sarà schizzata alle stelle: ecco spiegato perchè la mia dichiarazione dei redditi è comparabile con quella del nostro povero ministro di grazia e giustizia).
Ma cos'è questo libro, questo oggetto misterioso, questo oggetto del desiderio per i molti che lo vorrebbero e che non possono possederlo?
E' una guida sentimentale (ma anche un po' carnale) di Parigi: in questo libro veniamo introdotti in una Parigi di esuli, di emigrati, di italiani e stranieri che risiedono, per mille motivi, a Parigi, che la vivono e la soffrono. Siamo agli inizi degli anni '90, le notizie di Mani Pulite e di Berlusconi arrivano dall' Italia, a Parigi esplodono le bombe nei metrò ma tutto il mondo di questi ragazzi, perchè sono ragazzi, giovani uomini e donne che hanno deciso che la vita è lì, ruota attorno a una grande avventura, una folle scommessa: far uscire una rivista collettiva chiamata La Bete Etrangere. Seguendo le loro avventure, raccontate dalla prima persona del protagonista (non mi domando più quanto ci sia di autobiografico nei romanzi, anche quando il protagonista ha lo stesso nome e cognome dell'autore) si penetra in luoghi e situazioni inaccessibili a noi, comuni conoscitori della Parigi turistica. Scritto sotto forma di diario sconnesso, ogni capitolo ci racconta un'avventura, mescolando l'italiano al francese ad un improbabile argot misto di francese di Caserta. Piacevolissima lettura, farcita di riferimenti anche utili: come non approfittare delle leggi universali che Francesco e Massimo sfornano a ritmo continuo? O, nel mio caso, come non approfittare del saggio suggerimento che fanno di "Cul et Mystere" le due colonne necessarie a reggere una libreria che riesca a sopravvivere?
Finisco il libro e un po' di rimpianto c'è, rimpianto di non aver scelto quella strada, di non essere andato a Parigi quando ne avrei avuto l'occasione. Per fortuna Francesco mi viene in aiuto:
a Parigi le cose le paghi il doppio come se da una parte si dovesse pagare il diritto di dire: vivo a Parigi, che tutti, specie se italiani, svengono e fanno le mosse e ti dicono che anche loro, sì che se non fosse stato, sì che c'era una città dove, sì, e poi li blocco, mi metto il casco da operaio e affiggo il cartello "stiamo lavorando anche per voi".
Ma è un vero peccato che voi non possiate leggere questo libro, vi sarebbe piaciuto di sicuro. Peccato, a meno che...
A meno che voi non andiate qui e vi scarichiate la versione in pdf, completamente gratis. Lo so, bisognerà leggerlo sul computer o su un lettore di libri digitali, che ci volete fare, esistono cose peggiori. Intanto la mia copia cartacea continua a crescere di valore, giorno dopo giorno.