Ho appena finito il libro di Paolo Ganz, letto in due mezze giornate di poco movimento in libreria. Ho affrontato i pochi clienti con lo sguardo corrucciato di chi viene disturbato da occupazioni importanti. Ho riso leggendo alcuni passi sotto sguardi stupiti di persone che vicino a me stavano chiacchierando. Mi sono venute le lacrime agli occhi leggendo "Quasi come un Sonny Boy" e la persona che in quel momento è entrato a chiedermi informazioni si starà ancora domandando il perchè dei miei occhi lucidi.
Questo è il libro della maturità artistica di Ganz, della maturità come scrittore. Non so se questo gli farà piacere, non sempre la maturità viene associata ad aspetti positivi soprattutto per chi cerca di essere eterno giovane.
Questo è un libro difficile, difficile da scrivere: non è un romanzo, non è un memoir e non è nemmeno un manuale per imparare a suonare l'armonica. Parafrasando il titolo di un famoso libro, è "Lo zen e l'arte di suonare l'armonica" perchè l'autore si rivolge ad una ipotetica persona desiderosa di apprendere a suonare l'armonica e alterna consigli pratici con ricordi autobiografici e insegnamenti di vita. Può suonare interessante o meno ma di sicuro non è facile da scrivere e Ganz riesce a farlo con una leggerezza continua, con una prosa sempre attenta che alla fine fa dire anche a noi oh, grande!
Mi viene da pensare che i consigli che dà per stare sul palco a suonare li abbia usati anche per la scrittura, lo si vede dal suo stile e dalle citazioni di altri scrittori, magari solo perchè parlano di armonica, ma segno di una frequentazione assidua e attenta di grandi penne.
Un libro indispensabile per chi voglia suonare l'armonica, un libro divertente e ricco di spunti per gli appassionati di blues, un libro lieve e profondo anche per chi, come me, preferisce una buona lettura a un concerto.