Dire mai di David Foster Wallace

Di solito non leggo i libri che danno come supplemento dei quotidiani, tutte le uscite della serie del Sole "Racconti d'autore" sono nella libreria di casa senza averle mai lette, in attesa di un futuro repulisti che le elimini in blocco, in modo gentile, non buttandoli via ma tramite mercatini. 
Oggi è diverso, oggi il giornalaio mi ha dato un piccolo libretto di Foster Wallace, con tre racconti, e Wallace è uno dei miei autori preferiti, che cerco di leggere a piccole dosi per mantenere a lungo il piacere della lettura, per potermi ogni volta stupire di fronte alla sua scrittura. 


« Quanto sei fortunato! » mi dice un mio amico scrittore quando viene a sapere che un libro, a suo parere un grande libro, non l'ho ancora letto. 

Questa mia situazione fortunata è estesa a molti autori, che non conosco ancora o conosco poco: una situazione di ampia ignoranza può creare ansia per la quantità di letture che mancano ma può generare entusiasmo per tutte le delizie letterarie che si troveranno. 
Una di queste delizie l'ho provata qualche giorno fa, leggendo per la prima volta  "La trilogia di K." di Agota Kristof.

Dei tre racconti di Wallace mi sono letto "La ragazza dai capelli strani", pubblicato nel 1989: qui ho ritrovato buona parte della scrittura di Aldo Nove e del suo Superwoobinda e mi sono domandato cosa dovesse essere leggerlo allora, quando è uscito in America, quale scossa deve aver prodotto nelle menti dei lettori, magari di futuri scrittori, conoscere Cucciolo Rabbioso, alter ego del giovane Holden, coinvolto con una banda di punk a seguire un concerto del "negro" Keith Jarrett. "A me piace moltissimo vedere i negri esibirsi in tutti i campi delle arti dello spettacolo. Trovo che siano una razza talentuosa e incantevole di artisti, che sono spesso molto divertenti. In particolare mi piace guardare le esibizioni dei negri da una certa distanza, perchè da vicino spesso hanno un odore sgradevole".
Una scrittura che si è piegata al personaggio di Cucciolo Rabbioso, una scrittura che racconta non solo con le parole ma anche con il suo stile cosa passa nel cervello di questo ricco ragazzo con una passione per l'accendino. Lo scrittore, pur essendo grande, si è fatto piccino piccino, come se non si vedesse, lascia tutto lo spazio scenico al personaggio, ai suoi dialoghi, alle sue considerazioni, al suo flusso di coscienza molto limitato e le sue pulsioni e perversioni erotiche, pur estreme, sono verosimili, ci fa credere senza dubbi che un ricco ragazzo Repubblicano preferisca avere a che fare con una banda di punk piuttosto che con un giovane ragazzo Democratico.
Un racconto di poche pagine ma con la stessa forza di "Cosa parliamo quando parliamo d'amore" di Carver, la stessa capacità di colpire il lettore e segnare un periodo.


Anche il racconto Dire mai che dà il titolo alla raccolta è spiazzante. Anche in questo caso l'autore si ritrae, cambia completamente registro rispetto al racconto precedente e dà voce a diversi personaggi, tutti che raccontano dal loro punto di vista, ognuno con monologhi preceduti dal nome del personaggio che parla: una tecnica vista in Mentre morivo di Faulkner ma che non avevo mai visto usare in un racconto. Qui si parla di un adulterio che distrugge volutamente e consapevolmente non solo un rapporto d'amore, non solo una famiglia ma una "costellazione" di persone, tutte le persone che sono legate all'uomo che rompe con la sua vita precedente di "bravo ragazzo". Ma in questo breve racconto c'è lo spazio anche per altro: una delle più toccanti descrizioni che io ricordi della vecchiaia e delle emozioni d'amore in questo periodo della vita. Inoltre una invenzione da Wallace, la lettera con cui il marito fedigrafo comunica a tutti, tutti quelli della sua costellazione, quello che ha fatto: non so se Wallace si sia rifatto ad episodi reali, di cui ha avuto esperienza diretta o indiretta, ma il solo concepire una lettera del genere e il modo in cui lo scrive è, a mio parere, geniale:
"[...] non è desiderio né intenzione di codesta lettera apertamente sondativa, a) giustificare quelle attività libidinoso/genitali [...]; o b) fornire una spiegazione delle stesse, giacchè la spiegazione di qualunque tipo di trasgressione inevitabilmente si metastatizza in giustificazione (vedi a)); ma piuttosto c) informare quelle parti sulle quali la mia esistenza e il comportamento che la definisce si presume possano avere un qualche effetto [...]; e d) descrivere [...] nonchè e) indicare le conseguenze prevedibili di tali attività per il mittente della presente, per le terze parti direttamente influenzate dalle sue scelte e per quelle terze terze parti le cui circostanze psichiche sono, in qualsivoglia misura, legate alle nostre."


Tutti i racconti di questa raccolta sono tratti da libro "La ragazza dai capelli strani" edito da Minimum Fax. 




 

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