Oltre alle librerie che chiudono ci sono anche quelle che resistono: con coraggio, con ostinazione, con fantasia.
La libreria Volare di Pinerolo è una di queste. Per chi vuole qualche informazione in più sulla libreria e sul titolare (Marco Vola) può leggersi QUI il resoconto della visita alla libreria dei due editori in tour (premiata ditta Cassini&Biancardi).
Qui sotto invece è riportata la lettera che la libreria Volare ha inviato alla redazione del quotidiano La Stampa lunedì 20 maggio.
Buongiorno,
Mi
chiamo Marco Vola e sono un libraio indipendente con una libreria a
Pinerolo, vicino a Torino. Ieri ero con mia moglie al salone del Libro
e, tornando in auto a casa, ho acceso radio3 per ascoltare Fahreneit: il
conduttore Marino Sinibaldi stava dialogando in diretta con due ospiti
sul tema dei libri e delle librerie. Uno dei due ospiti era il
giornalista della vostra testata, Gianni Riotta, che, a mio giudizio in
modo molto leggero e inesatto, ha affermato (parola più, parola meno)
"..le librerie indipendenti sono oramai scomparse, tra poco spariranno
anche le altre, rimarrà il web e per leggere avremo solo più gli ebook."
Ha inoltre detto che i pochi librai che ancora ci sono, sono tutti
vecchi e che i loro eventuali figli non aspettano altro che chiudere per
aprire qualcosa d'altro.
Io
penso di essere ancora vivo e vegeto, così come penso che la mia
libreria, pur tra mille difficoltà e trasformazioni, sopravviverà ancora
a lungo: il libro di carta non mi sembra ancora scomparso, nè destinato
a scomparire, ridimensionarsi sì, ma scomparire no.
Il
tanto osannato libro elettronico per ora rappresenta in Italia una
fetta largamente inferiore al 10% del mercato, quindi più del 90% della
lettura in Italia si fa con il libro di carta. Come si possono fare
certe affermazioni al Salone del Libro 2013, con tutta quella folla
presente tra gli stands? Tra l'altro mi risulta che il sig. Riotta
continui a scrivere libri di carta con un certo successo.
Nei
tanto decantati Stati Uniti, portati sempre ad esempio un po' per
tutto, il libro digitale rappresenta il 20% delle vendite, come si fa a
dire che il libro di carta è morto? Certo è in atto una profonda
trasformazione, sociale, culturale, tecnologica che mette in crisi un
po' tutto: se le librerie non sanno adeguarsi o trasformarsi sono
destinate a chiudere, ma questo vale un po' per tutte le attività .
Mi
permetto di ricordare al signor Riotta che in Italia ci sono ancora
tante librerie, sia indipendenti che di catena, che lottano ogni giorno,
una parte chiuderanno, ma altre innovative e intraprendenti,
sopravviveranno, proprio come negli Stati Uniti, dove ci sono fior fiore
di librerie indipendenti, certo meno numerose di un tempo, malgrado
ebook e Amazon.
Io
penso che un libraio, oggi, debba diversificarsi per continuare a fare
il libraio: bisogna avere idee, progetti, passione e crederci, noi ad
esempio da 5 anni abbiamo aperto all'interno della libreria uno spazio
bar ristorante, chiamato caffè letterario dove si può leggere, bere,
mangiare, chiaccherare. La libreria in cui lavoro non è più solo da
tempo un luogo di vendita di libri cartacei, è anche un luogo di
incontro, dove passare un po' di tempo in un ambiente piacevole, dove
studiare, darsi un appuntamento, tra l'altro proponiamo incontri e
presentazioni, cerchiamo di essere, mi si permetta la presunzione, un
presidio culturale per il nostro territorio in un mondo e una società in
crisi.
Certo,
come tanti, stiamo subendo gli effetti della crisi, che si traducono
più in un problema di liquidità , visti i costi alti di gestione e la
tassazione arrivata per le piccole aziende a livelli insostenibili, che
non in crisi di vendita: non è vero che in Italia non si legge, si legge
poco perchè ci sono troppi luoghi senza librerie e biblioteche, senza
proposte valide, perchè mancano politiche serie di sostegno allla
cultura. A Pinerolo, la mia città , il sistema bibliotecario funziona
molto bene, non siamo l'unica libreria, in più noi offriamo qualcosa che
va oltre la semplice vendita e come risultato è che la gente del
pinerolese legge e continuerà a leggere. Proprio il salone con le sue
cifre dimostra che se si è capaci ad offrire un buon prodotto, il
pubblico risponde.
Mi
spiace che il signor Riotta, stimato scrittore e giornalista, faccia
certe affermazioni in un contesto come quello: è un po' come se io,
libraio, andassi a dire senza contraddittorio, che i giornali sono morti
( lo diceva già anni fa il New York Times, tra l'altro).
La
libreria Volare ha intenzione di vivere ancora a lungo, di
trasformarsi, di adeguarsi, di vendere anche gli ebooks ai suoi clienti e
chissà cosa faremo o cosa ci inventeremo l'anno prossimo. E'
impossibile fare previsioni, ma farò di tutto, con la mia famiglia e i
miei collaboratori, per portare avanti, pur tra mille difficoltà , questo
progetto iniziato vent'anni fa e ancora troppo giovane per defungere, e
per offrire alla mia città un luogo di "cultura" in questo oceano in
crisi.
Per
chiudere vorrei solo segnalare al signor Riotta che mio figlio,
Gabriele, 28 anni e da 4 in libreria, non sembra avere nessuna
intenzione di chiudere la libreria e, anzi, sta apportando idee,
progetti ed entusiasmo per portarla avanti anche quando il vecchio qui
scrivente gli lascerà la barra del timone.
Mi
farebbe piacere invitare il sig. Riotta a venirci a trovare a Pinerolo,
in fondo siamo a mezz'ora da Torino, per dimostrargli che il suo
intervento è stato infelice ed inesatto e che le librerie indipendenti
avranno la forza e le capacità di andare avanti ancora un po', forse
persino qualche giorno in più della carta stampata: mi si permetta uno
sfogo finale, sono un po' stufo di sentirmi dire che il lbro di carta è
morto e che le librerie sono scomparse.
Con un po' di amarezza, ma anche con un po' di ottimismo per il futuro del libro e delle librerie.
grazie e distinti saluti
marco Vola
libreria volare