Sottomissione di Michel Houellebecq

Questa non può e non vuole essere una recensione al libro, sono solo alcune considerazioni sparse di un libraio che ha appena finito, sforzandosi, questo libro-che-bisogna-leggere.
Houellebecq sa scrivere, non sarei arrivato alla fine altrimenti. Non è la qualità della scrittura la questione, è il contenuto.
L'idea che sta alla base del libro e a cui deve il successo è questa:  non sono le azioni violente di estremisti che noi, europei di pelle piĂą o meno bianca, dobbiamo temere ma la conquista del potere da parte di un partito musulmano secondo la via democratica.
L'autore fa una scelta narrativa netta: di questo futuro prossimo racconta la genesi, la transizione da quella che è la nostra condizione a quella che sarà. In questa scelta sta il fascino di questo libro, vedere come questa nuova società prende corpo, la quasi ineluttabilità del tutto. In altre distopie si fa vedere il nuovo ordine già realizzato e qualcuno che cerca di opporsi: qui il nuovo ordine viene costruito sotto gli occhi del lettore e, invece di ribellarsi, il protagonista sceglie di adeguarvisi.
Eppure in questa scelta di raccontare la transizione si cela la debolezza, forse inevitabile, della trama che è costretta a semplificazioni quanto meno dubbie: società civile inesistente, media completamente manipolabili.

Ma la parte piĂą irreale e, per me, fastidiosa del libro è il ruolo assegnato alla donna in questa nuova societĂ :  se da una parte si può rifare al mondo musulmano dall'altra parte risente, in maniera evidente, del pensiero misogino dell'autore. Irreale, dicevo, perchè anche se ci sono persone e movimenti che sperano in questo ridimensionamento delle donne, ci sono uomini e donne pronte a prendere posizione, e le armi se necessario, per difendere diritti come l'istruzione per tutti, maschi e femmine.

E' un libro che diventerĂ  citatissimo: ecco la citazione da me scelta per rispondere a chiunque usi le considerazioni fatte da Houellebecq per portare avanti una tesi o il suo opposto:
Io non sono né una puttana, né una ninfomane. Se ti spompino così è perchè ti amo

All'inizio del libro, il protagonista parla anche di libri e di scrittura:
Un libro che amiamo è soprattutto un libro di cui amiamo l'autore, con il quale abbiamo voglia di passare le nostre giornate.
Io ho giĂ  passato abbastanza ore in compagnia di Houellebecq.








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