Laferrière scrive di Haiti e del terremoto del 12 gennaio 2010 ( ormai diciamo il 12 gennaio come altrove si dice l'11 settembre ). Il libro inizia con la scossa. Lui, scrittore haitiano fuggito in Canada a causa delle persecuzioni del regime di Duvalier, era tornato ad Haiti da poco, con altri scrittori. E sceglie forse l'unico modo che ha per raccontare il terremoto e il dopo: la sua esperienza diretta, la micronarrazione. Nessuna grande narrazione, nessuna pretesa di vedere il tutto, solo le minime descrizioni di quello che gli è successo, le prime scosse, la prima notte, le ricerche di parenti e amici per vedere se sono sopravvissuti, la quotidianità che si instaura ben presto nel dopo terremoto.
Il modo che usa per raccontare quello che è la più grande disgrazia capitata in questa parte di mondo è l'unica che può rendere pienamente conto di quanto è successo, come se anche noi lettori fossimo là, perchè ci fa partecipi non tanto dell'entità numerica del disastro (per quello c'è la televisione) o dello spettacolo della devastazione e della morte (sempre la televisione) ma ci fa percorrere Port-au-Prince come fa lui, come faremmo noi da haitiani, da vivi.
IL RITMO
Arriviamo a Petionville. Conto una decina di case ridotte in briciole. Forse ce ne sono altre. Riesco a vedere solo quelle che danno sulla strada. Petionville sembra aver retto bene. Tiro un sospiro di sollievo. Lungo il marciapiede ci sono capannelli di gente che discute. Mi aspettavo una folla di persone distrutte dal dolore, e invece la vita già si impone col suo ritmo. Neppure la disgrazia riesce a rallentare l'incessante attività quotidiana in queste zone povere del mondo.
[...]
LE BRACCIA APERTE A CROCE
In piedi in mezzo alla strada, con le braccia aperte a croce, una donna chiede il conto al cielo di quanto è successo. Ben presto capiamo che ha perso tutta la famiglia. Essere stata risparmiata le sembra il colmo della crudeltà. Erano tutti seduti a tavola. Lei era andata in cortile a prendere una delle portate che era ancora sul fuoco, quando all'improvviso tutto ha cominciato a tremare. Si è affrettata a mettere in salvo il pranzo. Ma, quando si è girata, la casa era ridotta ad un ammasso di rovine. Adesso vuole sapere perchè Lui non le ha concesso di morire insieme ai suoi cari. Aspettiamo che finisca, prima di rimettersi in cammino.
Man mano che passano i giorni, le sue narrazioni passano dai drammi alla vita che riprende, dalla vita della sua famiglia alle considerazioni sulla scrittura, dalla visione che il mondo ha di Haiti a quella che gli haitiani hanno di loro stessi. Non so cosa sia, se la sua capacità, il suo essere haitiano, ma non è un libro tragico, è semplicemente un libro che parla di una tragedia, il suo modo di trasformare una disgrazia in un canto, di Haiti e della sua gente.
Dany Laferrière
Tutto si muove intorno a me
traduzione Giuseppe Girimonti Greco e Francesca Scala
© 66THAND2ND
pp133 €16,00
titolo originale Tout bouge autour de moi
Tutto si muove intorno a me
traduzione Giuseppe Girimonti Greco e Francesca Scala
© 66THAND2ND
pp133 €16,00
titolo originale Tout bouge autour de moi