Questo è vero nei libri nuovi, quelli che scelgo per proporre in libreria: una copertina banale, brutta o senza fantasia come minimo è segno di un cattivo lavoro editoriale e come tale incide fortemente sulla scelta se tenere o meno un libro a scaffale. Questo è vero per i libri usati, quelli vecchi ma non troppo: alcuni di loro vale la pena averli, esporli, farli vedere solo per la loro copertina, presa singolarmente come opera d'arte o per il contesto (anni, movimento, editore) che rappresenta.
Fra le copertine più belle che mi siano mai passate fra le mani cito a memoria una terza edizione di Lolita in inglese dell'Olympia Press di Parigi (non poteva essere pubblicata nel Regno Unito all'epoca) e un Big Sur in edizione economica Oscar illustrato da uno dei migliori autori italiani del secondo '900, Ferenc Pinter.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW_Tv8DchBQxox9XVmN1xESUl3dzt9W74t-Wdz9_oecwD3oTj9Aszn1grGtLA2DEsYKP-qf6C5SUJg36JGDJl4xjw2LNR6XcFRUNWVL4i7S0HW-GA2Xy76gjyIPDjTYAswF8BVvjjB1aP-/s320/23868.jpg)
Per iniziare ecco il lavoro di Mario Mariotti (rimando a wikipedia per i suoi dati biografici) che ha curato le copertine della serie Il Castoro dell'editore NUOVA ITALIA.
E' una collana di critica letteraria con monografie su autori contemporanei, in queste foto i numeri relativi a Morante, Sereni e Vigolo.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvxxoWA9caPeCaq4HOdYWF5pX2OIojNfXtSywAsMj_nkfUV5qeXdipODxq5LAMAuFspM6hpAegvcgbj5nGGuYz8ddtLybGrpKOMBSKtU9IoGlSIdkXOAcyj4zR1uYxDV6mLaawAcjX08hj/s320/23919.jpg)