Ieri insieme al Venerdì di Repubblica c'era un piccolo libricino con l'anticipazione di due libri della Newton Compton, la casa editrice dei libri rilegati con prezzo da collana economica.
I due libri sono: "Donne con il tacco 12" di Rebecca Chance e "Il vangelo di Nosferatu" di James Becker.
Bene, mi son detto, ho l'occasione per poter capire che libri sono, come sono scritti, invece di leggere recensioni taroccate e quarte di copertina entusiaste.
Poche pagine ma più che sufficienti. Ringrazio Newton Compton per avermi tolto alcun dubbio: sono due porcherie.
Mi chiedo che senso abbia pubblicare a basso prezzo dei libri del genere. Mi viene da pensare che ci voglia quasi più tempo a leggerli che a scriverli, tanto sono pieni di luoghi comuni, situazioni prevedibili, dialoghi improbabili. Chi legge libri del genere può pensare che sia facile scrivere.
Mi sto leggendo, per puro diletto, Underwold di Delillo. Questo malloppone di libro (oltre 800 pagine) può essere considerato come un grande romanzo ma anche come un collage di tanti piccoli racconti che si incastrano l'uno con l'altro. Basta leggerne uno qualsiasi di questi per capire quanto è difficile l'arte della scrittura. Non necessariamente quella lunga meraviglia del capitolo iniziale che descrive la partita di baseball, basta un piccolo capitolo, il capitolo secondo della parte quinta (Frammenti degli anni cinquanta e sessanta), quella sulla gelatina al limone Jell-O, dove il racconto di una serata di una normale famiglia americana degli anni cinquanta ruota attorno a questo grande e risolutivo ingrediente e ai suoi molteplici utilizzi.
Il racconto prende il punto di vista della madre e cuoca e alle sue considerazioni e pensieri si alternano le avvertenze per l'utilizzo di questa gelatina, un prodotto quasi da guerra chimica ma che viene usato allegramente nell'America degli anni '50. Il ritmo dato da queste avvertenze è un piccolo gioiello, cose che i due autori della Newton Compton non sanno come riprodurre perchè, evidentemente, non ne conoscono l'esistenza.
Adesso sono molto indeciso: mi leggo o no la grande porcata dell'anno, "Cinquanta sfumature di grigio"?