Specchio delle sue brame di Laura Corradi

Quando ho sentito Laura Corradi intervistata su Fahrenheit per l'uscita del suo libro mi sono ripromesso di leggere il libro e di provare a farla venire in libreria a presentarlo.
Chi volesse ascoltare l'intervista la trova QUI.


Il titolo è intrigante, Specchio delle sue brame : mette in chiaro immediatamente che le brame sono di qualcun altro e il riferimento alla favola, al racconto, introduce il tema più generale della rappresentazione, in questo caso mediatica.

Il sottotitolo toglie ogni dubbio: Analisi socio-politica delle pubblicità: genere, classe, razza, età ed eterosessismo. Lo studio (perchè di studio si tratta) procede infatti su questi due piani che si intrecciano: analisi della pubblicità, andando ad esplicitare quello che normalmente resta sottinteso, al massimo alluso, nelle pubblicità (televisive o sui giornali, gli esempi del libro coprono l'intero spettro del mondo della pubblicità, anche quella in internet). Questa destrutturazione della pubblicità serve per far capire come il messaggio sia sul modello di vita più che sul prodotto da acquistare. Una pubblicità che propone modelli di "successo", "ortodossi", a cui far aderire i consumatori. Una pubblicità che in parte ripropone il modello dominante e in parte fa si che questo modello si confermi: quanto dice Latouche sulla de-colonizzazione dell'immaginario  (Conferenza Internazionale della Decrescita ) è quanto mai importante e urgente, come è importante che le persone abbiano gli strumenti critici per poter interpretare le pubblicità e questo libro fornisce esempi preziosi.

Il secondo piano del libro è quello del modello di analisi fatta: non ci si limita a quella di genere (anche se è la più importante visto l'utilizzo del corpo femminile nelle pubblicità) ma vengono prese in considerazione quelle di classe, di razza, di età e di comportamento sessuale.
Quindi ci si domanda, intersecando le domande e le risposte:
Quando e come vengono rappresentate le classe meno abbienti o, meglio, i poveri nella pubblicità?
Quando e come vengono rappresentati le persone non bianche?
Quando e come vengono rappresentati gli anziani?
Quando e come vengono rappresentati i non eterosessuali?

Certo, come osserva in altro modo anche il conduttore di Fahrenheit, rappresentare una famiglia del Mulino Bianco composta da una coppia di uomini, un figlio di colore e una nonna veramente vecchia non aiuterebbe a vendere biscotti e merendine. Ma perchè per vendere biscotti e merendine devono presentarci la famiglia ideale, il modello eterosessuale, di buon reddito, a contatto con la natura, quando poi questo modello per la maggioranza delle persone resta, anche volendolo raggiungere, irraggiungibile?

Sono tantissimi i casi analizzati in questo libro, ci sono più di 100 foto di pubblicità e altrettanti rimandi a pagine sul web dove si può vedere la foto o il video. Il libro, scritto da Laura Corradi con contributi di Marta Baldocchi, Emanuela Chiodo, Vincenza Perilli ed Angela Tiano, si conclude con questa appendice: "Per una sociologia politica del culo femminile nelle pubblicità italiane", di cui vi trascrivo la "premessa terminologica":

Diceva Rosa Luxemburg che chiamare le cose con il loro nome è un atto rivoluzionario. In questo breve saggio non verranno utilizzate parole come "sedere" (si riferisce ad una funzione); "fondoschiena" (anatomicamente improprio); "glutei" (termine medico) o l'apparente neutro "natiche" - cha fa pensare a quelle muscolose di un ballerino di danza classica. Parleremo delle rappresentazioni sociali del "culo" femminile usando questo termine popolare, perchè come tale esso è raffigurato nella pubblicità, tracciando alcune linee di analisi rispetto alla politica dello sguardo maschile che tali rappresentazioni sottende e riproduce.

Unica nota negativa: alcuni termini, come razzizzazione, mi fanno lo stesso effetto del rumore di unghie strisciate sulla lavagna.

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