Vista così è un po' cervellotica. Eppure il libro che ho appena letto è un vero capolavoro, pur non sapendo in che genere metterlo: non è un romanzo perchè ha la pretesa di raccontare fatti realmente accaduti. Non è una biografia per la tipologia delle fonti e per l'andamento da romanzo.
Ma anche il problema del genere del libro può essere facilmente superato. Io ho iniziato il libro senza sapere chi fosse Limonov, senza sapere se fosse una persona reale o di fantasia. Adesso ho finito il libro e oltre a sapere chi è Limonov so molte altre cose.
Il libro racconta la storia di questo scrittore, Eduard Savenko in arte Limonov, dalla sua nascita in Ucraina nel 1943 alla sua giovinezza nella provincia russa, al suo periodo moscovita in mezzo alle avanguardie culturali dell'epoca, al suo espatrio in America e il periodo newyorkese, fino al successo letterario a Parigi e al suo ritorno in patria, fino ai giorni nostri.
Non mi metto a descrivere per sommi capi chi fosse Limonov, vi dico solo che riuscirà a fare "tutto ciò che ha sognato di fare da piccolo": già questo lo rende molto interessante, quasi unico, se poi scoprite cosa voleva fare da piccolo... ma non voglio togliervi il piacere di leggere il libro di Carrere.
Gli aspetti controversi di questo uomo sono parte del suo fascino e sono fra i motivi che hanno spinto Carrere ad interessarsi di lui. La bravura dell'autore è però quella di come racconta la vita di Limonov e di come insieme ci racconta l'URSS dopo la seconda guerra mondiale, la Mosca delle avanguardie, l'occidente visto da un espatriato russo, la dissoluzione dell'URSS e la Russia dei giorni nostri. Grazie agli occhi di Limonov e alla penna di Carrere possiamo vedere in modo nuovo episodi anche di storia recente, conoscere scrittori, dissidenti, oligarchi russi in modo originale cioè diverso da quello che noi "occidentali" possiamo essere abituati.
Limonov è un continuo esercizio di spiazzamento rispetto ai canoni abituali e qui mi riferisco ai due Limonov, il protagonista del libro che ama scandalizzare le persone e il libro stesso: Carrere inizia il libro con un esergo di Putin, sin da subito dice che il Limonov che vive in Russia oggi in occidente ha nomea di essere un fascista ma subito fa vedere che la Politkovskaja "parlava di lui e dei suoi come di eroi della lotta democratica in Russia".
Carrere dice:
"La faccenda è più complicata.
Chiedo scusa, non mi piace questa frase. Non mi piace l'uso che ne fanno quelli che la sanno lunga. Ma purtroppo spesso è vera. In questo caso lo è. La faccenda è più complicata"
E infatti Carrere ci prende per mano e, senza farci fare nessuna scorciatoia, ci conduce lungo tutta la vita di Limonov per poi riportarci ad oggi in Russia: questo lungo percorso è reso facile e interessante dalla vita di Limonov (bisogna continuare a ripetersi che è una persona reale e non un personaggio di finzione tanto la sua vita è "avventurosa") e dalla bravura di Carrere che sa presentare e nascondere, mostrare il dettaglio e allargare la prospetttiva, sa andare al punto e anche prendere la tangente che dopo si scopre essere la strada più corretta per arrivare lì dove Limonov è o fa. E soprattutto capace di un atteggiamento molto particolare nei confronti di Limonov: non è un osservatore imparziale che si limita a raccontare i fatti in modo distaccato, non gli piace nè gli si addice questa posizione. Carrere invece cerca di raccontarci Limonov con partecipazione, è con lui (e noi con loro due), cerca di comprenderlo, sapendo che la faccenda è più complicata. Non è un giustificarlo, nemmeno cerca di metterlo sul podio dell'eroe; è "semplicemente" cercare di vedere le cose come Limonov le ha viste.
Perchè Carrere ha fatto questo? Perchè ha scritto questo libro? Perchè ha impiegato anni della sua vita a leggere tutte le opere di Limonov (quasi tutte strettamente autobiografiche), a cercare altre fonti per poi mettere tutto nero su bianco? La risposta la dà direttamente Carrere nel libro:
"Scrivere questo libro rappresenta per me un modo bizzarro di lavorare su [questo Sutra buddhista] «l'uomo che si ritiene superiore, inferiore o anche uguale a un altro non capisce la realtà »"