[...] a volte, tutto a un tratto, a un sottile mormorio di
foglie o a un lieve stormire di fronde, la bambina si faceva seria e
attenta come se ascoltasse qualcosa che solo lei poteva sentire.
Nessun altro riusciva a sentire il respiro degli alberi, come faceva
lei. Nessuno sapeva comprenderne così chiaramente la voce. Bisogna
far silenzio per capire ciò che gli alberi ti vogliono dire.
Forse noi adulti raccontiamo, con
parole e disegni, le storie più delicate e semplici a voi bambini,
perché sappiamo che altri adulti non ascolterebbero. Forse perché
leggiamo molto meno, da un po' di tempo, non siamo più tanto capaci
di attribuire il significato alle parole. Per esempio quando una cosa
è semplice, pensiamo subito sia banale. Niente di più impreciso.
Forse è anche per questo che i libri per voi bambini li scriviamo
noi adulti, per reimparare il significato delle parole.
Attraverso i disegni del libro
possiamo sapere anche noi come sono fatti alcuni alberi, la quercia,
la magnolia, il noce e il faggio. La bambina protagonista ha una dote
che oggi consideriamo straordinaria, e che invece dovrebbe essere
quotidiana, quella cioè di conoscere e ascoltare gli altri esseri
viventi che ci circondano. Avendo questa attenzione, infatti, impara
a conoscere gli alberi e che, d'autunno, cercando sotto le foglie
cadute del noce, si trovano i suoi frutti. Dentro il mallo
verde e carnoso e il guscio duro di legno si nascondono i gherigli.
Sono buoni e nutrienti. [...] La bambina che ascoltava gli alberi
raccolse tante noci da riempirsi le tasche del grembiule. A casa
avrebbe fatto un dolce delizioso.
Impara che gli alberi sono creature
molto ospitali, che accolgono e nutrono uccelli, insetti, scoiattoli,
e noi persone. Impara anche che le persone e gli alberi non sono così
diversi: come le loro radici, i nostri piedi sono attaccati alla
terra e, come le loro foglie, i nostri pensieri germogliano verso il
cielo.
courtesy by Sabina Rizzardi