"Verso le undici, Lucillle Henderson, appurato che la sua festa stava veleggiando all'altezza giusta, e graziata da un sorriso di Jack Delroy, si costrinse a guardare in direzione di Edna Phillips, che dalle otto era seduta sulla grossa poltrona rossa a fumare una sigaretta dopo l'altra e a gorgheggiare saluti, con uno sguardo radioso che i ragazzi non si degnavano di cogliere."
Finalmente ho letto "I giovani" di Salinger, le prime Three early stories scritte tra il 1940 e il 1944. Finalmente per almeno tre motivi. Finalmente perché, tra le varie opinioni a riguardo, ora ho la mia, finalmente come sinonimo di felicemente, come sapete qui in libreria abbiamo un debole per le short stories, e finalmente per le analisi di Giorgio Vasta che, ogni volta, mi nutrono.
Possiamo dire che a ventuno anni, il giovane Salinger prometteva e vedeva molto bene; anche i racconti sono giovani, sono ben costruiti, sembra non accada nulla e invece accade l'incomunicabilità , come scrive Giorgio Vasta nella postfazione, tra i personaggi in ognuno dei tre racconti, tra amici adolescenti, tra fratello e sorella, tra marito e moglie, separati da pregiudizi e indifferenza di quella medio-alta borghesia così "cara" a Salinger. Se la comunicazione è sinonimo di pieno, la chiacchiera è il vuoto riempito di parole inutili.
Per chi ama leggere (e scrivere) racconti questi giovani scritti sono un buon esercizio di lettura e analisi. Non è sempre vero, ma in questo caso avere la possibilità di assistere all'Inizio è una gran buona esperienza.
"La moglie fu colta all'improvviso da una congettura molto seria. «Spero che ti mettano in cavalleria. La cavalleria è deliziosa» disse. «Vado pazza per quegli spadini che portano sui colletti. E tu adori cavalcare e così via.»
«La cavalleria» disse il marito, con gli occhi chiusi. «Non ci sono molte posibilità . Tutti finiscono in fanteria di questi tempi.»
«Orribile, Tesoro, vorrei che telefonassi all'uomo con quella cosa sulla faccia. Il colonnello. Quello da Phyll e Kenny la settimana scorsa. Nell'Intelligence e tutto. E poi tu parli il francese e il tedesco e così via. Di sicuro ti procurerebbe almeno un grado di ufficiale. Cioè sai come sarai infelice a fare il soldato semplice o quello che è. Insomma, tu detesti perfino parlare con la gente e tutto il resto».
«Per favore» disse lui. «Lascia perdere. Te ne ho già parlato. Della faccenda del grado.»«Be', spero che per lo meno ti mandino a Londra. Dove c'è della gente civile voglio dire. Ce l'hai il numero della APO di Buddy?»
«Sì» mentì lui.
La moglie stava facendo un altro pensiero apparentemente serio. «Non sai quanto mi piacerebbe avere qualche tessuto inglese. Del tweed. Qualunque cosa.»"
Buona lettura e buoni pensieri in corsivo.
I GIOVANI
di Jerome David Salinger
postfazione di Giorgio Vasta
titolo originale Three early stories
traduzione di Delfina Vezzoli
pagine 68, € 12
Il Saggiatore