SCARTI di Jonathan Miles


Venimmo, vedemmo, scartammo.

Per ben 577 pagine Jonathan Miles ci racconta di scarti e noi, come i suoi personaggi, ci rendiamo conto che l'unica cosa che ci lasciamo costantemente dietro sono resti: spazzatura, rifiuti tossici, cacca e NO spartiacque, a causa dei quali le persone stesse diventano scarti immersi in altri scarti, quelli delle relazioni finite.

La risposta breve, naturalmente, era no. Cercò di formulare una risposta più lunga ma anche quella sarebbe stata no, o forse noooooo.

Più volte ci siamo detti che il respiro della letteratura americana anche nella tragedia, intima o corale che sia, sembra essere difficilmente raggiungibile da altre letterature e, questa volta, sono molto contenta di aver continuato a sentire quel ritmo attraverso una così gran quantità di parole. Tra tutte le storie, ho un debole per la vicenda di Micah, la squatter raccoglitrice a Manhattan che nella spazzatura troverà persino una famiglia; per quella di Elwin il linguista che, inserito dal governo in un gruppo di esperti, ha il compito di trovare il modo corretto di comunicare ai posteri la presenza di un deposito gigantesco di scorie radioattive in New Mexico, e per il cammino di Alexis che non sa fare bene la cacca.

Della realtà non c'è praticamente niente da tenere se non la letterarietà di queste pagine.

Fu allora che Micah notò i piatti. Il primo, solo di sfuggita: un disco bianco intravisto con la coda dell'occhio, fuori dal finestrino, rapido come un uccello in picchiata. Ma poi un altro, e un minuto dopo un altro ancora. Lanciò un'occhiata all'uomo per capire se li avesse visti a sua volta, ma lui teneva lo sguardo fisso davanti a sè [...]. Migliaia di piatti unti erano disseminati lungo le rotaie [...]: un orlo di piattini multicolori costeggiava i binari a perdita d'occhio. [...] «Le dà fastidio?» le chiese, indicando il finestrino con un cenno del mento.[...] «Nel passato, non tanto tempo fa, quando si comprava da mangiare per il viaggio, il cibo veniva servito avvolto dentro foglie di banana. Si usava così. La gente mangiava e poi buttava la foglia di banana dal finestrino. Così!» Micah gli chiese: «E poi cos'è successo?» «La plastica!» esclamò l'uomo.

E poi? E poi, tenetevi pronti, arrivano gli elefanti.


Scarti

di Jonathan Miles
traduzione di Assunta Martinese

design di Riccardo Falcinelli
pagine 577, € 18
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