"No," dissi. "Non c'è niente che ci guarda, Matty. Siamo tutti incustoditi."
"Vorrei che facessi una cosa per me" è una raccolta di racconti, raccolti in due parti: nella prima parte con titoli di virtù, nella seconda con titoli di vizi. Ma è proprio così? Che cosa fanno i personaggi dei racconti per essere virtuosi? E per non esserlo? Vorrei che facessi una cosa per me è anche una richiesta che ritorna spesso all'interno del libro. Tutti i racconti sono storie di confini tra persone, persone che stanno insieme, confini che a volte si oltrepassano e a volte no, d'una passione che ha preso forma su un'assenza.
FEDELTÀ
Per quanto voglia bene ad Astrid [l'attuale compagna del protagonista], la ritengo colpevole. È stata lei a dire a mia moglie, Corinne, che sarebbe riuscita a raggiungere la felicità solo se mi avesse lasciato. Sembrava semplice. "Lascialo, esci dalla porta di casa e potrai raggiungere la felicità, sarai libera." Raggiungere la felicità. Ecco la frase che aveva fatto effetto. Mettersi a bordo di una Ford con gli ammortizzatori rotti per sfrecciare su una delle strade americane, era stata poi la cura.
Se dovessi scegliere due frasi del libro su tutte, sarebbero quelle che seguono poiché sono i due estremi tra i quali succede tutto: A che cosa ti servirà un altro giorno? e Ma questo non cambia la bellezza di questa giornata. E della voce di Charles Baxter.
Vorrei che facessi una cosa per me
di Charles Baxter
tradotto da Nicola Manuppelli
pagine 201, € 14,90
Mattioli 1885