Che Matteo perda il lavoro, non è una sorpresa, perché c'è già nel titolo. La sorpresa sono la scrittura di Tavares e il libro in sé, con le numerose fotografie di manichini che, una dopo l'altra, compongono con le parole una... non posso dirvelo, non voglio dirvelo, quindi scrivo, con le numerose fotografie di manichini che, una dopo l'altra, compongono un mosaico.
Non sempre Aaronson era stato un morto.
Per un periodo Aaronson era stato davvero, senza esagerare, un essere vivente.
Attraverso diversi episodi concatenati, si parte da una rotonda in mezzo al traffico e si arriva a Matteo che, perdendo il lavoro, chiude il cerchio; c'è un ordine in questo apparente, o non apparente, caos e anche quale sia l'ordine è bello scoprirlo durante la lettura, attraverso le domande che la storia ci pone. Per esempio Se accidentalmente perdesse un occhio, manterrebbe immutata la sua visione del mondo? E poi Che cosa sono sette uomini razionali su una barca? E ancora Quante risate serie mettiamo ormai al mondo?
Se la prima parte del libro, fatta di nomi, è una sorpresa, la seconda, fatta di numeri, spiazza.
A volte è un buon esercizio: pensare al mondo come a una collettività piena di tic, proprio come Cohen. E questi tic li chiameremo abitudini o convenzioni; i tic di una città, ecco cos'è che un contabile urbano, un buon osservatore, un buon osservatore sociologico, può e deve indagare. E i tic urbani, i tic sociali, sono proprio questo, tic - ovvero, gesti involontari, senza funzione alcuna. Gesti inutili, sprechi di energia. Quanti tic ha una città?, quanta energia è lanciata dalla parte opposta rispetto al bersaglio?.
E, se vogliamo, una città, una collettività, è anche affetta da coprolalia, quel modo involontario di insultare gli altri, di maltrattarli. Ecco ciò che il medico di una città può e deve fare (un medico-urbanista): guardare alla città come il medico guarda Cohen. Dare una cura per i tic, insegnare i processi gestuali e mentali che permettono di controllare quei gesti inconsci e, prima di tutto, cercare di diminuire l'aggressività collettiva; la città è, in fin dei conti, un Cohen che non la smette di insultare senza motivo. Lo perdoniamo perché ci è già stata spiegata la sua malattia. Coprolalia, ecco la malattia delle grandi città.
Tra tatuaggi, cuori a batteria, chimica, urban studies... Matteo perde il lavoro, l'effetto della lettura è libidinoso e noi librai vogliamo Tavares in PancaRossa.
Matteo ha perso il lavoro
Matteo perdeu o emprego
di Gonçalo M. Tavares
tradotto da Marika Marianello
design di Dario Zannier
illustrazioni di Diogo Castro Guimarães e Luis Maria Baptista
226 pagine, 16,50€