Dopo aver letto il testo della piece teatrale di Yasmina Reza "Il dio della carneficina", andrĂ² di sicuro a vedere il film di Polanski tratto da questo testo.
La storia vede due coppie marito e moglie che si trovano a causa dei figli: il figlio di una coppia ha picchiato con un bastone il figlio dell'altra coppia. Lo scopo dichiarato dell'incontro è quello di trovare una soluzione civile all'accaduto.
Il luogo dove si svolge l'azione è il salotto della famiglia del bimbo picchiato, il tempo è quello dell'incontro, senza pause. Una discesa agli inferi all'interno di un salotto, un testo e una situazione urticante, che mi hanno fatto smettere di leggere piĂ¹ di una volta per il fastidio che mi provocava. VedrĂ² volentieri il film perchè mi permetterĂ di assistere senza queste volontarie pause, bevendomi tutta d'un fiato questa mefitica pozione.
Mi aspettavo qualcosa del genere visto l'argomento: due coppie che discutono su un tema come quello dei figli, ben sapendo quanto in questa epoca diamo importanza ai nostri pargoli. Ero pronto a uno scontro senza esclusioni di colpi fra le due coppie. Quello che non mi aspettavo era che si arrivasse a uno scontro totale, che le alleanze all'interno della singola coppia collassassero, che se ne formassero di nuove, che si arrivasse allo scontro totale.
Il testo l'ho letto nell'edizione Arcadia & Ricono sul testo tradotto da Alessandra Serra per la messa in scena della piece con la regia di Roberto AndĂ², che firma anche una prefazione del libro con le sue note di regia.