L'amica geniale di Elena Ferrante



Perchè dovrei sentire la mancanza dell'autrice?
Non so chi sia, che viso abbia, con che voce parli la scrittrice di questo libro, L'amica geniale. Eppure, dopo aver letto il libro, conosco Elena e Lila. Ho affrontato insieme a loro la spaventevole salita all'appartamento di Don Achille, con loro sono uscito per la prima volta dai confini del rione dove sono nate, nascosto in mezzo a tutti i bambini ho assistito, muto e ammirato, alla sfida di Lila contro tutti organizzata dalla maestra Oliviero e dal maestro dell'altra sezione. Non conosco solo loro due. La Ferrante mi ha presentato altri bambini che insieme alle due protagoniste sono cresciuti: a me sta simpatico Enzo che da piccolo ha colpito in testa con un sasso Lila e subito, a modo suo, se ne è pentito e che da adolescente è uno dei suoi ammiratori senza speranza e difensori del suo corpo e del suo buon nome.

Ho finito da poco la lettura de L'amica geniale, ma sono ancora lì con loro, le loro voci mi fanno ancora compagnia; non mi serve sapere chi è Elena Ferrante, mi basta sapere che l'editore E/O non farà passare troppo tempo prima di far uscire il prossimo capitolo della saga.

Perchè di una saga si tratta: dopo un prologo ambientato nell'oggi dove Elena viene a sapere della scomparsa della sua grande amica Lila, siamo proiettati nella Napoli degli anni '50 a seguire le vicende di queste due amiche, nate nello stesso rione. La loro vita procede insieme, anzi c'è una volontà di Elena, forse la sua prima azione consapevole, di seguire la sua amica.
Lila è un personaggio speciale, è dotata di una intelligenza eccezionale, cognitiva ed emozionale: quando gli altri bambini lottano con le lettere per imparare a leggere e scrivere lei sa già leggere i libri; sarà in grado di apprendere ed insegnare il latino da autodidatta; è capace di sfide e di azioni, come affrontare quel Don Achille, che avrebbero messo in difficoltà anche molti adulti.
Per usare una metafora, Lila è una stella che splende e la luce che irradia viene vista in diversi modi.
Elena la vede come luce che può illuminarle il cammino e quindi da seguire; a volte però è una luce così potente da rendere spente e smorte le piccole luci degli altri, anche quella di Elena. Per gli altri del rione, grandi e piccoli, abituati a vivere nell'ombra, questa luce può essere fastidiosamente accecante.

Questo libro parte dalla scuola elementare per arrivare che le due protagoniste hanno da poco compiuto sedici anni: la storia finisce volutamente incompiuta, nell'attesa del prossimo libro.

Tutto il libro ha Elena come voce narrante, tutto al passato e, a parte qualche capitolo della prima parte, tutto in ordine cronologico: eppure la capacità della scrittrice è tale che a volte mi è sembrato di ascoltare Sherazade che parla e io a domandare "E dopo?", affascinato dal racconto e dalle avventure, per nulla straordinarie ma straordinariamente raccontate, di Elena e Lila.

L'unico neo del libro è la copertina: non la capisco e non mi piace (per essere eufemistici)

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