Eravamo bambini abbastanza di Carola Susani

L'ultimo libro di Carola Susani รจ come una favola per adulti, per adulti abbastanza.
Dopo aver finito il libro mi sono domandadto cosa l'autrice mi volesse dire, cosa volesse dire a me.
Ho concluso che "Eravamo bambini abbastanza" รจ una versione moderna di Hansel e Gretel, con una sostanziale differenza: la versione originale viene letta ai bambini e ai bambini fa paura. La versione di Susani viene letta dagli adulti e agli adulti fa paura.
In Hansel e Gretel si mette in risalto la scaltrezza di Hansel nel ritrovare la strada con i sassolini e la forza di Gretel nel liberare il fratello. La parte in cui i bambini vengono abbandonati dal padre viene letta a cuor leggero dai genitori perchรจ tanto non succede, noi non siamo poveri taglialegna e  non abbiamo sposato una perfida matrigna. E cosรฌ mettiamo a tacere, noi genitori, quel desiderio inconfessabile di abbandonarli, i figli, desiderio misto a paura che diventi realtร .
La favola moderna di Susani fa paura ai genitori: qui ci sono dei bambini rapiti, da varie parti d'Europa, e tenuti insieme da questo Raptor, soprannominato cosรฌ dai bambini stessi. Ma loro, piรน che rapiti, sono stati colti, come un frutto maturo, presi in un momento in cui, anche inconsapevolemente, volevano andarsene dalla loro famiglia. E questo desiderio precoce di fuga dei figli non รจ altro che il riflesso della cattiva coscienza dei genitori , dell'abbandono dei figli, praticato o desiderato, in mille diversi modi.

Andiamo con ordine: Susani, ben sapendo che questa รจ una storia che tocca nervi scoperti, inizia dalla fine e per bocca di Manuel, dodicenne, che ci racconterร  in prima persona tutta la storia, ci fa sapere che รจ andata a finire bene: Manuel รจ tornato in famiglia e a scuola.
Manuel รจ l'unico italiano di questo gruppo di bambini, lui รจ stato rapito vicino a Trieste. Insieme agli altri bambini e a Raptor attraverserร  l'Italia fino a Roma dove la storia si concluderร .
Manuel รจ l'io narrante e ci racconta le avventure di questo gruppo, di questa grande famiglia: altro che Hansel alle prese con i sassolini, ogni mattina Raptor prende un bambino con sรจ e dร  un appuntamento agli altri alla prossima tappa e loro, in piccoli gruppetti di due-tre bambini, con mezzi di fortuna, treni, autobus, autostop, a piedi, ci arrivano dopo aver rubato, chiesto l'elemosina o fatto altro ancora.
Sono bambini tutti di dieci anni o poco piรน grandi: eppure riescono a cavarsela da soli, ogni volta arrivano agli appuntamenti, aiutandosi a vicenda se serve.

Una domanda sorge spontanea al lettore: ma perchรจ, appena Raptor li lascia soli, questi bambini non cercano un adulto, un poliziotto per farsi aiutare, per ritrovare la libertร ?
C'รจ la capacitร  da parte di Raptor di creare un gruppo che aiuti l'un l'altro e che impedisca al singolo di andarsene, altrimenti altri ne risponderanno.
C'รจ poi la mancanza degli adulti a cui chiedere aiuto: quando i bambini li trovano, questi adulti non si domandano perchรจ questi bambini sono da soli, non sono a scuola, sono sporchi. No: sono sporchi, puzzano, sono zingari, non sono affari nostri. Pochi, solo due donne, cercheranno di aiutarli ma una sarร  troppo lenta e l'altra troppo ingenua.
E poi, soprattutto, c'รจ la mancanza di un desiderio forte di tornare ad un prima, ad una situazione che in poco tempo รจ stata dimenticata, ad una famiglia che non si desidera piรน.
"La veritร  รจ che stavo bene. Ormai ci voleva un amore piรน forte, o semplicemente una forza piรน forte, per portarmi via. Mi ero abituato" dice Manuel in uno di queste occasioni "mancate" per tornare libero.
E poi questi bambini sanno che stanno crescendo; sono di Alex, l'intellettuale del gruppo, queste parole: "Perchรจ anche se ci metti tutte le tue forze, anche se combatti, combatti e combatti, perchรจ tutto resti come vuoi tu, anche quello รจ stupido."
E' inutile riassumere qui le avventure di questi bambini, รจ molto meglio leggerlo questo libro. Puรฒ sembrare strano che un bambino cosรฌ piccolo, Manuel, sia la voce narrante: le frasi sono corte ma mi รจ venuto varie volte da pensare che l'espressioni che usava non potevano essere da bambino, un problema di stile. Eppure, riflettendoci meglio, io non so bene come parlino i bambini di dieci-dodici anni e, soprattutto, se questi bambini hanno potuto affrontare questo viaggio attraverso l'Europa e l'Italia insieme a Raptor, Manuel รจ senz'altro in grado di descrivere, cosรฌ come Susani ha scritto, la sua storia.


Un'ultima nota sulla copertina: se invece di Minimum Fax fosse stato pubblicato da, chessรฒ, Mondadori, Einaudi o Marsilio, in copertina ci sarebbe stato, รจ sicuro, la faccia di un bambino con sguardo affranto e dolorante, sulla scia delle brutte copertine che ormai riempiono gli scaffali delle librerie (vedi QUI).
Per fortuna non รจ cosรฌ: Riccardo  Falcinelli (qualcosa su di lui QUI) e Alessandro Gottardo ci regalano una copertina bella e inquietante. Bambini che giocano su una giostra su fondo nero. E non รจ una giostra qualsiasi ma una di quelle dove si gira veloci, dove ci si sfida a toccarsi l'uno con l'altro. E poi, notate, alcuni seggiolini sembrano non essere collegati dalle catene, che se ne stiano per volare via, lontano dalla giostra?

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