Omaggio a Bolano

Dieci anni fa, il 14 luglio del 2003, moriva Roberto Bolano.

Riporto questo brano, tratto da 2666, come un piccolo omaggio a questo scrittore. Il brano è a sua volta è un omaggio di Bolano a editori e librai. Ma 2666 è in realtà un unico, grande omaggio ai lettori e alla lettura.


Eppure aveva scelto la Germania, "triste da vedere e da abitare". Perchè? Certo non perchè era la sua patria, visto che il signor Bubis, pur sentendosi tedesco, aborriva le patrie, una delle ragioni per cui erano morte più di cinquanta milioni di persone, ma perchè in Germania c'era la sua casa editrice le cui reti, sotto forma di ordini di libri, si estendevano nelle vecchie librerie di tutta la Germania, di cui conosceva personalmente alcuni librai e coi i quali, quando faceva un giro per affari, prendeva il tè o il caffè, seduti in un angolo della libreria, lagnandoisi continuamente dei tempi bui, piagnucolando per l'indifferenza del pubblico nei confronti dei libri, lamentandosi degli intermediari e dei venditori di carta, versando lacrime per il futuro di un paese che non leggeva, in una parola godendosela alla grande mentre sgranocchiavano dei biscottini o dei pezzetti di Kuchen finchè il signor Bubis non si alzava e dava una bella stretta di mano al vecchio libraio di, per esempio, Iserlohn, e poi se ne andava a Bochum, a far visita al vecchio libraio di Bocum che conservava come fossero reliquie, reliquie in vendita, questo sì, dei libri con il marchio Bubis pubblicati nel 1930 o nel 1927 che, secondo la legge, la legge della Selva Nera, è chiaro, avrebbe dovuto bruciare al massimo entro il 1935, ma che il vecchio libraio aveva preferito nascondere, semplicemente per amore, cosa che Bubis capiva (e poca altra gente, compreso l'autore del libro, avrebbe potuto capire) e per cui ringraziava con un gesto che era al di là o al di qua della letteratura, un gesto, per così dire, da commercianti onesti, da commercianti in possesso di un segreto che forse risaliva alle origini dell'Europa, un gesto che era una mitologia o che apriva le porte a una mitologia le cui due colonne principali erano il libraio e l'editore, non lo scrittore, dai percorsi capricciosi e soggetto a fantomatici imprevisti, ma il libraio, l'editore e una lunga strada zigzagante disegnata da un pittore di scuola fiamminga.

Fatevi un regalo, leggete 2666 .

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