Sentieri nel ghiaccio di Werner Herzog

Non รจ un diario e nemmeno prosa. Sono appunti, scritti non so in che modo, note di un viaggio assurdo, non programmato, impensabile.
Werner Herzog, il regista, viene a sapere che una sua amica รจ stata ricoverata a Parigi, รจ grave. Lui decide di recarsi da Monaco, dove ha ricevuto la notizia, a Parigi a piedi e parte subito, d'inverno. E' convinto che se farร  cosรฌ, finchรจ non arriverร  la sua amica non morirร .
Non ha nulla questo viaggio dei viaggi di cui solitamente leggiamo i resoconti: non รจ stato organizzato, non c'รจ stata preparazione, non รจ stato scelto il percorso, non si รจ attesa la giusta stagione. Lui prende e parte, con un paio di stivali e una sacca, affronta l'inverno e attraversa la Germania e la Francia. Lui parte e va verso Ovest, segue le strade se vanno in quella direzione altrimenti taglia per campi e boschi. Attraversa paesi e si ferma dove puรฒ: in un alberghetto, in un fienile, ospite in una casa, il piรน delle volte forzando le porte di seconde case non abitate.
Non รจ un narrare, รจ una serie di appunti, il tempo, la strada, la sua condizione fisica (piedi e gambe), deliri, sogni, ricordi.
"Oggi mi sono detto piรน volte: bosco. La veritร  stessa va per i boschi."

Ci sono incontri ma รจ lui, vagabondo guardato strano, che sfiora il resto dell'umanitร  che trova, in un misto di incomunicabilitร  e di imbarazzo.
"Sono cosรฌ solo che la cameriera grassotta, attraverso il silenzio da agguato degli uomini, mi regala una domanda. [...] a forza di solitudine la voce non mi veniva piรน fuori, era solo un pigolio, non trovavo piรน la corretta attitudine per parlare e mi vergognavo. Allora ho tagliato la corda."

"Solitudine totale, una valle col torrente รจ la mia compagna. Un airone grigio vola vanti a me per chilometri, poi si posa e quando io mi avvicino, vola per un altro pezzo. Lo seguirรฒ ovunque voli. L'umiditร  aderisce a tutto, giacca, pantaloni, faccia, capelli. "

E' un viaggio epico, un viaggio necessario, non per piacere, non per scoperta ma per una questione di vita o di morte: della sua amica, di sรจ stesso. Poco importa che non ci sia nessun legame fra la condizione di salute dell'amica e il viaggio di Herzog, l'urgenza la necessitร  di andare avanti si sentono ad ogni passo, ad ogni riga.
"Una grande, limpida decisione mi viene da dentro, sul mio destino. Raggiungerรฒ la Marna, oggi."

E' un viaggio epico che mette al primo posto l'abbandono: l'abbandono della cittร , della comunitร  umana, della strada segnata, delle vecchie maniere, l'abbandono di tutto come unica strada per ritrovare qualcosa: i muscoli che funzionano, un nuovo rapporto con se stessi, l'agognata meta e l'amica ancora viva. Un viaggio che รจ una carta vetrata dove far passare le proprie asperitร , dove levigare il proprio io e farlo riemergere nuovo e vivo e vitale: "apra la finestra, da qualche giorno io so volare."

Sentieri nel ghiaccio
Monaco - Parigi
23 novembre - 14 dicembre 1974

"Un arcobaleno, laggiรน, mi dร  improvvisamente la massima fiducia. Che segno รจ questo e sopra colui che cammina. Ognuno di noi dovrebbe camminare. "

Questo รจ un libro pubblicato nel 1978 in tedesco e da anni in Italia edito da Guanda, poco tempo fa me lo ha chiesto una cliente facendomelo tornare in mente. Ecco la rilettura, ecco il piacere di averlo in libreria e di proporlo come libro di viaggio a piedi, come strada verso la formazione, come descrizione dell'europa profonda, come esempio in sedicesimo di quello che ogni giorno persone sfortunate devono affrrontare per varcare i confini di questa Europa.



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