Elogio dell'anarchismo di James C. Scott

Non so spiegarmi come ci siano dei libri che mi attirano. Questo lo aspettavo senza sapere cosa aspettarmi dalla sua lettura.
Un pomeriggio di calma in libreria me lo sono letto e ho trovato delle risposte a domande che mi giravano in testa da molto, soprattutto mi sono trovato un anarchismo che non ti aspetti.
Vi lasci solo tre spunti, tre passi su cui riflettere e che possono servirvi per capire se anche a voi questo libro può dire qualcosa.
Il primo spunto lo trovate al primo frammento (il libro è composto da ventotto capitoli o, come li chiama l'autore, frammenti), "La legge di Scott sulla calistenia anarchica". A parte il fatto che non conoscevo la parola calistenia (da wikipedia: La calistenia è una tecnica di esercizi a corpo libero volta a potenziare il gruppo muscolare che interessa il movimento, più che per un potenziamento fisico vero e proprio ) il frammento è illuminante: la pratica della disobbedienza a leggi e regolamenti deve essere quotidiana, valutare la giustezza di una legge e decidere se rispettarla o meno è come un muscolo che deve essere esercitato, se non lo si fa, se lo si lascia atrofizzare poi diventa difficile o impossibile azionarlo quando veramente serve, quando seguire una legge o un regolamento si tramuta in una ingiustizia.
Il secondo spunto parla di ordine visuale contro ordine lavorativo o funzionale, di commercio e urbanistica: "l'intricata complessità di un quartiere in cui si sovrappongono felicemente vocazioni diverse non è una rappresentazione del caos e del disordine ma una forma di ordine altamente elaborata e duttile, sebbene non progettata" per arrivare a fare un elogio del commercio di vicinato dove comprare prodotti costa di più che presso i grandi centri commerciali o online ma che, a differenza di questi due metodi, restituisce alla comunità dei servizi non monetizzabili ma insostituibili.
Il terzo spunto è contro la misurazione quantitativa della qualità: si parte nel vedere cosa c'è di sbagliato nei test scolastici (una misura che colonizza un comportamento) per finire con lo smascheramento delle tecniche quantitative, fatte passare come tecniche trasparenti  imparziali e apolitiche, in realtà solo dei metodi per tradurre in linguaggio tecnico scelte politiche che stanno a monte. E quello che non è quantificabile e monetizzabile, non esiste.
Ogni tanto fa bene ricapitolare la dose di anarchismo che ho in me ...

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