Ho la precisa sensazione che i freudiani, in genere, abbiano un'idea troppo vaga delle passioni che possono trovare espressione, per esempio, nella caccia alle mosche. Sono troppo prigionieri delle loro schematiche e sconce spiegazioni del comportamento umano. Così lo psicoanalista americano Muensterberger riesce a trarre la conclusione che il collezionista medio rappresenta un "tipo anale", il quale - se capisco bene - diventa collezionista perchè nell'infanzia non l'hanno lasciato giocare abbastanza a lungo con i propri escrementi. C'è da restare esterrefatti. Nemmeno il mio amico poeta surrealista rientrerebbe nel pacco.
Lo si vede di tanto in tanto agli incontri della Società Entomologica. Un originale, senza dubbio, ma non peggio di altri. A me piace un sacco, un po' perché le sue poesie assolutamente incomprensibili fanno sembrare i miei libri dei miracoli di chiarezza e di coerenza, e un po' perché, oltre a dedicarsi alla letteratura, è uno dei maggiori conoscitori della diffusione e delle abitudini degli scarabei stercorari di tutto il Nord Europa. Qualche anno fa è venuto a cercarli qui sull'isola. I freudiani avrebbero fatto i salti di gioia a vederci mentre ce ne andavamo in giro tra i prati esaminando gli escrementi delle pecore o ci accucciavamo con aria professionale a osservare lo sterco dei cavalli. No queste cose non le capiscono.
Un Nick Hornby svedese prestato all'entomologia, ecco chi è questo scrittore che mi ha fatto leggere - mio il merito di averlo iniziato, suo quello di avermi portato fino all'ultima riga - questo libro (diario? saggio? romanzo?) sull'arte di collezionare mosche o, per essere precisi, sirfidi (non la conoscevo questa parola, me la devo ricordare per la prossima partita di scarabeo, giusto per rimanere in ambito entomologico).
Ma è veramente un'occupazione così particolare collezionare mosche?
Anche se prima o poi mi capitasse di passare un'intera estate con il retino in mano senza aggiungere alla mia collezione una sola specie, le lacune nella nostra conoscenza resterebbero comunque molto vaste, per quanto non smisurate. Le lacune crescono al ritmo del sapere.
Quando ho letto questo passo mi sono visto nel lavoro che faccio, con un invisibile retino, nello spazio ritretto ma sempre diverso della libreria, a caccia di nuovi libri.
Forse stare fermo con in mano un retino in attesa di vedere o sentire la mosca da catturare gli ha fatto sviluppare una capacità di pensiero e un senso di autoironia molto spiccato, oltre a una benevolenza verso il genere umano: se riesce a capire se stesso in quell'occupazione, riesce a capire molte altre persone.
Parafrasando Carver, di cosa parliamo quando parliamo di mosche:
Ormai la mosca dei narcisi è comune sia in Inghilterra che in Svezia,
anche se le specie del genere Merodon hanno il loro habitat naturale nei
climi più caldi dell'area mediterranea. O forse l'avevano. Si sono
ambientate anche qui. Arrivata dal Sud come straniera molto tempo fa, ha
ormai lo stesso diritto di cittadianza di tutti gli altri. Questa è la
mia convinzione politica.
E' un libro profondo, per tutti e che mette di buon umore.
Fredrik Sjöberg
L'arte di collezionare mosche
traduzione Fulvio Ferrari
© Iperborea
pp218 €16,00
titolo originale Flugfällan