Questo è vero nei libri nuovi, quelli che scelgo per proporre in libreria: una copertina banale, brutta o senza fantasia come minimo è segno di un cattivo lavoro editoriale e come tale incide fortemente sulla scelta se tenere o meno un libro a scaffale. Questo è vero per i libri usati, quelli vecchi ma non troppo: alcuni di loro vale la pena averli, esporli, farli vedere solo per la loro copertina, presa singolarmente come opera d'arte o per il contesto (anni, movimento, editore) che rappresenta.
Fra le copertine più belle che mi siano mai passate fra le mani cito a memoria una terza edizione di Lolita in inglese dell'Olympia Press di Parigi (non poteva essere pubblicata nel Regno Unito all'epoca) e un Big Sur in edizione economica Oscar illustrato da uno dei migliori autori italiani del secondo '900, Ferenc Pinter.
Ma in questi post voglio condividere la bellezza comune e normale del lavoro degli illustratori di libri, troppe volte ignorato (per moltissimi anni gli illustratori sono rimasti anonimi, nemmeno una citazione all'interno).Per iniziare ecco il lavoro di Mario Mariotti (rimando a wikipedia per i suoi dati biografici) che ha curato le copertine della serie Il Castoro dell'editore NUOVA ITALIA.
E' una collana di critica letteraria con monografie su autori contemporanei, in queste foto i numeri relativi a Morante, Sereni e Vigolo.
L'uso di oggeti e di collage con l'inserzione del nome dello scrittore, assorbendo il titolo nell'illustrazione, quasi nascondendolo dalla copertina, rende lo stile della collana originale e riconoscibile. Questi sono solo tre esempi di una collana di oltre 100 titoli tutti illustrati da Mariotti: un'operazione del genere da parte di un editore permette una doppia visibilità, all'autore che può cimentarsi non sulla singola copertina ma su una serie articolata e numerosa di opere, e alla collana che acquista una personalità molto marcata (come la collana gemella di Castoro Cinema).
