Sappiamo tutti chi è questo sindaco ma rimane senza nome in questi flash da Roma: io me li sono letti e goduti su Facebook dove l'autore li ha postati a partire da lunedì 6febbraio. Ve li ripropongo cercando di aggiornare la pagina in tempo reale: è una faticaccia visto che questo sindaco è ubiquo...Buona lettura.
E ci mancavano pure le olimpiadi....
... e mo' anche Celentano....
il sindaco mi ha portato la spesa a casa. per via di alcune piccole lastre di ghiaccio non son potuto uscire, ho chiamato e lui è corso (aveva ancora la pala con sè). inutile dire che gli ho dato la lista delle cose che ci servivano, ma lui ha preso di tutto e di più. al momento di pagarlo, non ha accettato una lira. mi ha lasciato stringendomi la mano e rassicurandomi: - se hai bisogno chiamami. che dire, ancora ci penso, mentre sto addentando un panino col san daniele. grazie
il sindaco in serata mi ha chiamato per rassicurarsi se avevamo tutto. a dire il vero ci mancavano scorte di pannolini, ma mi vergognavo di chiederglieli, era pur sempre il sindaco! Francesca ha detto: -ma nun te preoccupa', chiedi, chiedi! ha talmente insistito che gliel'ho chiesti. cinque minuti fa, bussa alla porta e il sindaco in persona mi porge due confezioni di Pampers Dry da 4-9kg, e due Sole Luna sempre della Pampers. che dire...
il sindaco ha assicurato che per domattina dalle ore 9.00 tutti i campi di calcetto saranno liberati dalla neve, per cui tutte le partite che in questi giorni, per colpa della Protezione Civile, sono state rinviate o soppresse addirittura possono essere tranquillamente recuperate. di questo non si può non ringraziarlo. grazie!
Il sindaco stamattina si è presentato alle 8.00 in punto coi cornetti ancora caldi e un maritozzo con la panna di Regoli per me (adoro il maritozzo con la panna di Regoli), e una tutina da sci con annessa pala per il piccolo Silvestro. È stato gentile, neppure un caffè ed è scappato dicendo: - la città ha bisogno di me!
il sindaco è passato pure a pranzo, ma non eravamo in casa. avevamo da fare (vaccinazioni per il piccolo). ha lasciato un bigliettino con sopra scritto "il sindaco te saluta". ricambio e mi dispiace. d'altronde non possiamo ora rimanere bloccati, non più per la neve, ma per il sindaco.
preso da un'irrefrenabile passione e voglia di fare, il sindaco ha spaccato, spalato, distrutto e annientato, tutti i pupazzi di neve che ancora rimanevano in piedi. a nulla sono valse le rimostranze di alcuni bambini che, accompagnati dai genitori, hanno chiesto il motivo di tale gesto. a chi davano fastidio i pupazzi? alla Protezione Civile - ha risposto il sindaco. sembra che ne stia rincorrendo uno, l'ultimo, e che il fetente si nasconda in un parco.
il sindaco stasera non si è visto, da quel che so è ancora in giro a spalare, si dice, alla guida di un caterpillar, armato di torcia ed elmetto. spero per lui che non torni a nevicare, altrimenti sarà dura. sono gradite segnalazioni.
il sindaco mi ha sorpreso mentre ero al supermercato. mi ha detto che non è riuscito a passare perché impegnato con un gruppo di volenterosi a tirar via gli ultimi rimasugli di neve. si è concesso poi una ciriola prosciutto crudo e mozzarella e una birretta nazionale (il peroncino). l'impostatella - gli ho detto. - il panino dei fraricatori! lui ha sorriso amabilmente con il resto del gruppo e li ho visti andar via.
il sindaco mi fa: - sono un uomo distrutto.
io sono indaffarato a cambiare il pannolino al piccolo, comunque lo ascolto e mi permetto di dire: - perché? non capisco (fingo, qui fingo).
e lui:- è finita, è finita.
- ma no, non è finita. vedrà, vedrà (fingo, anche qui fingo).
- ti dico che è finita.
mi da del tu, sembra singhiozzare, non so che fare, me ne sto col pannolino sporco di merda tra le mani e provo a dire qualcosa. mia moglie sbuffa. il bimbo piange. mi esce un: - dai, non fare così... tu sei un uomo forte, di... spessore (fingo, qui fingo).
- la neve è finita! finita! la neve!
- pronto? zzzz. pronto? - faccio finta di non sentire. fingo, qui fingo.
il sindaco dorme, per domani gli attendono altri impegni. me lo sussurra la segretaria. - vuole solo darle la buonanotte, aspetti! aspetto. non sento niente, poi: - not... zzz.. neve 'a neve... levala da... e che c... not... zzz... là!
di nuovo la voce di donna che mi dice: - è molto stanco, buonanotte.
- buonanotte.
e chiudo.
il
sindaco mi ha mandato un sms "c'è neve da te?". no - gli
vorrei rispondere - nient'affatto, c'è un bel sole, freddo ma si sta
bene. e poi comunque il centro è.. insomma.. no, non ce n'è. e
invece digito "sì, pochina". e lui "corro!".
cazzo! guardo mia moglie, ammetto di aver sbagliato, mi son fatto
prendere dal panico. lei è furiosa.
-
digli che stiamo uscendo!
- ma
è il sindaco.
-
diglielo!
io e
il sindaco abbiamo trascorso una piacevole mattinata durante la quale
mi ha confessato le sue perplessità su questa neve (secondo lui è
frutto di una macchinazione diabolica) e, mentre accompagnavamo mia
moglie e il piccolo, lui ne approfittava per spazzare via i rimasugli
di ghiaccio negli angoli delle strade. poi è dovuto letteralmente
scappare per un'emergenza alberi. era al telefono: - stanno a cade' i
platani? pure i lecci? ma come... ma chi cazzo ce li ha messi 'sti
alberi? secolari? e chi è?
ed è
scomparso.
il
sindaco ha fatto un bel lavoro. con sforzo notevole, ha affrontato
l'emergenza alberi. ha accatastato chili e chili di tronchi e rami
davanti al suo ufficio, liberando così buona parte di ville e
giardini interessati. solo che ora non riesce più ad uscirne. cerca
perciò di mediare con la protezione civile per un accordo. ne stanno
discutendo. intanto qualcuno ha detto: - be' si domani nevica, almeno
c'ha la legna. il solito buontempone.
per
ora tutto tace. il sindaco non si è visto né sentito. è tutto
fermo. sembra che tutto sia stato rinviato, dalle scuole alle
fabbriche, dagli uffici pubblici ai centri estetici. le ultime
disposizioni sono quelle di rimanere chiusi in casa e naso all'in sù.
persino eventi culturali (e ce ne sono) e cinematografici sono stati
rinviati "in ossequiosa ottemperanza delle direttive del Signor
Sindaco" - così recita il dispaccio.
si
attende la neve.
il
sindaco è in crisi. non sa cosa fare, per ora gli tocca aspettare. e
intanto che aspetta ci ha fatto recapitare un regalo per il piccolo:
un Pinocchio in legno scolpito da lui. bello, fatto con una certa
grazia e a suo modo simpatico. se non fosse che muove solo un
braccio.
mi
chiama e mi fa: - secondo lei cosa devo fa'?
-
mah, non so.. magari aspettare che la situazione precipiti.
- è
una battuta?
- no.
non è una battuta. almeno non voleva esserlo.
- non
faccia lo spiritoso, io sono il sindaco!
- ma non era una bat... pronto? Pronto?
- ma non era una bat... pronto? Pronto?
il sindaco era in strada, quando mi ha chiamato, armato di pala e piccone (piccone?).
-
ecco, nevica!
- sì,
vedo.
- che
le dicevo? avevo ragione! nevica! cazzo!
-
sindaco...
-
servono dei volontari!
-
come?
-
volontari. servono dei volontari!!
-
pronto? non si sente... zzzz... pronto? zzzz...
- sì,
vabbè, zzzzz... 'sti napoletani del cazzo!
e ha
bloccato.
sono
or ora tornato da un giro in auto col sindaco, che al megafono
continuava a ripetere: - cittadini è il sindaco che vi parla arla
arla! non tentate l'avventura in auto auto auto!
le
sue parole cadevano nel vuoto. la città era deserta e sotto una
coltre di neve. lui alla guida, naturalmente. l'ho lasciato che si
allontanava, a fari spenti e zigzagando di brutto.
-
cittadini è il sindaco che vi parla arla arla! non tentate
l'avventura in auto auto auto..
il
sindaco è provato, con voce arrochita chiede un cappuccino bello
caldo e cornetto.
- so'
stanco, distrutto, ma felice. tutto è andato bene, abbiamo reagito
bene, niente panico, confusione, ma tutto organizzato, preciso. è
filato tutto liscio. pensa che a na certa ora, saranno state le otto
e mezza de sera, me so' messo ad aiuta' i tassi a mette le catene!
so' contento, so' molto molto contento.
arriva
il cappuccino, per me un caffè. e intanto che prende il cornetto, mi
sorge un dubbio: - i tassi?
- i
tassi, i tassisti, come li chiami te? ammazza bono 'sto cornetto..
- ah,
i tassi, ho capito.
- ma
dico io, come fai a porta' i tassi se nun sai mette 'e catene?
e
ride. ride col boccone in bocca. è contento, è una giornata di sole
e lo lascio fare.
per
il sindaco non c'è tregua, neanche il tempo di una pausa che
riprende a nevicare. stava addentando il solito panino prosciutto
crudo e mozzarella che qualcuno lo ha informato.
-
signor sindaco, mi dispiace, ma nevica.
-
dove?
- qui
fuori.
- chi
l'ha deciso?
-
ma... signor sindaco non è...
- chi
ha preso quest'iniziativa? chi?
ha
afferrato la pala e se ne andato. poi si è sentito un tonfo: -
"AHHH!".
chiedo
a mia moglie se per una forte contusione al ginocchio sia meglio il
Fastum gel o il Reparil gel, lei propende per il Fastum.
-
comunque vanno bene entrambi, ma perché ti sei fatto male?
- no.
e poi si fascia?
-
sì.. ma non è necessario. ma per chi è, scusa?
mi
vergogno, non vorrei dirglielo, ma lei continua a fissarmi, e alla
fine a mezza bocca bisbiglio:
- il
sindaco..
- è
scivolato sulla neve?
- no,
una statua. un imperatore..
stamattina
verso le dieci ho ricevuto la telefonata della segretaria. mi
rassicurava circa le condizioni di salute del sindaco. il ginocchio
non si era rotto e, anche se con un pò di difficoltà, il sindaco
aveva ripreso le sue normali attività.
- certo zoppica, ma questo non gli impedisce di uscire, tant'è che è già in strada a fa'... a fa' il sindaco! ecco. lo conosce ormai, e chi 'o ferma!
poi ha cominciato a ridere: - ieri po' aveva detto chiudete qua chiudete là.. chiudete tutto..! e le farmacie vicino casa erano tutte chiuse, tutte! ma che cazzo! ha dovuto fa' l'impacchi col ghiaccio. col ghiaccio che pigliavamo in strada! ma pensa te.. il sindaco.. mezzo fracico... oddio scusi, scusi... la richiamo. scusi.
- certo zoppica, ma questo non gli impedisce di uscire, tant'è che è già in strada a fa'... a fa' il sindaco! ecco. lo conosce ormai, e chi 'o ferma!
poi ha cominciato a ridere: - ieri po' aveva detto chiudete qua chiudete là.. chiudete tutto..! e le farmacie vicino casa erano tutte chiuse, tutte! ma che cazzo! ha dovuto fa' l'impacchi col ghiaccio. col ghiaccio che pigliavamo in strada! ma pensa te.. il sindaco.. mezzo fracico... oddio scusi, scusi... la richiamo. scusi.
il
ginocchio del sindaco è gonfio come un melone, come se non bastasse,
in serata, gli sono arrivate segnalazioni di uccelli trovati morti
per il freddo alla base degli alberi.
-
cardellini, fringuelli, passeri, allodole..
-
ho capito, mi dispiace, poverini, ma..
-
ma soprattutto, signor sindaco, preoccupa la moria di pappagalli
parrocchetti dal collare ed ondulati.
-
pappagalli cosa?
-
i parrocchetti. i pappagalli parrocchetti.
pochi
secondi fa mi chiama il sindaco.
-
ma lei sa che sono 'sti parrocchetti?
-
come, scusi? buongiorno..
-
sì, sì, buongiorno, parrocchetti. pappagalli parrocchetti.
-
no. di parrocchia?
-
è una battuta?
-
no..
-
lei fa sempre battute? non fanno ridere, sa? no, per niente.
e
ha bloccato. non volevo fare una battuta.
il
sindaco è a pezzi. stanco e infreddolito, si è fatto un brodino
caldo e subito a letto. prima di spegnere la luce, sembra abbia
detto:
-
domani è un giorno importante, è San Valentino.
e
si è addormentato.
-
voglio le Olimpiadi!
-
no.
-
voglio le Olimpiadi!
-
nooo.
-
ma io sono il sindaco!
click.
tu tu.. tu tu.. tu tu..
la
segretaria mi chiama. il sindaco è distrutto.
-
per tutta la giornata ha continuato a digitare 2020 sulla tastiera
del telefono nella speranza che gli rispondesse qualcuno. urlava:
"pronto Olimpiadi? pronto? pronto!". macché. non contento,
si è visto quasi tutto Sanremo.
-
oddio, no!
-
sì, invece. e oggi era anche San Valentino! io non so che fare, sono
così preoccupata..
poi
è scoppiata in lacrime.
per
tutta la giornata non è uscito, non ha fatto una telefonata, né
rilasciato una dichiarazione. attraversa una fase critica e ride se
vede Sanremo. hanno provato a contattarlo ma lui si è negato.
-
pronto, sindaco?
-
no, sono il fratello.
stamattina
quando gli hanno detto che c'era stata una piccola scossa di
terremoto, il sindaco ha riso come un matto:
-
ah, ah, ah, nun sanno più che inventa'! ah, ah, ah!!
i
presenti non hanno commentato.
il
sindaco continua a guardare Sanremo e ride.
è
evidente che è depresso.
sebbene
sia una bella giornata di sole, l'umore del sindaco è nero. la
segretaria prova a farlo ragionare.
-
persino i preti ce se mettono! e che vogliono?
-
dicono che lei non ha saputo fronteggiare la situazione e che la neve
lo ha travolto. e poi... la statua..
-
statua? che statua?
-
la statua del papa.. non piace, dicono che non ci assomiglia.
-
e vabbè l'abbiamo coperta no?
-
sembra non basti.
-
va bene, ora ci penso. magari la capovolgo. meglio, no? che dice?
il
sindaco non è uscito di casa. da ieri dorme e guarda Sanremo,
giusto si alza per andare in bagno.
un
giro di telefonate tra il sindaco, la giunta e i più stretti
collaboratori per capire cosa abbia realmente detto Celentano.
nessuno ci ha capito niente.
-
ma questo parla proprio così?
-
sembrerebbe di sì.
-
ma manco Ghezzi... manco Ghezzi.
vuole
andare a fare i fanghi. stamattina, il sindaco, appena sveglio, così
ha detto.
-
voglio andare a fare i fanghi. dopo tutto questo fango che mi hanno
buttato addosso.. e poi quel Sanremo.. mi ha fatto male, sa?
e
ha cominciato a ridere. la segretaria è rimasta interdetta. si
è solo limitata a rispondere:
-
è domenica, signor sindaco, magari, per i fanghi, trova
chiuso.
-
ma è una battuta. non ci penso affatto a infangarmi. ma non si
capiva che era una battuta?
domenica.
dopo il consueto jogging mattutino, il sindaco si è concesso
una giornata di completo relax. ha pranzato leggero e si è
bevuto giusto un caffè con un goccio di anice. poi si è
rivisto, in modalità veloce a 36x, tutte le puntate di
Sanremo, che la segretaria gli aveva diligentemente registrato, ed è
caduto in un sonno profondo. dorme da 15 ore e 43 minuti ormai. ogni
tanto biascica qualche frase di Celentano e ride.
il
sindaco non sapendo che fare ha fatto un rimpasto. ha preso una
portavoce che lo capisse. dopo svariate prove, sembra soddisfatto.
ambedue concordano che Celentano è incomprensibile e che la
vita è un pò così. sono poi passati al tè.
il
sindaco è stressato. ormai non riesce a dormire se non ascolta
Celentano. la segretaria gli ha consigliato di lasciar perdere la
città per un pò di giorni.
-
ma io già lo faccio!
e
comunque domani lo dirà alla nuova portavoce.
Celentano
ha chiamato il sindaco per spiegargli il succo del suo discorso
sanremese. il sindaco a sua volta ha parlato e gli ha spiegato perché
la pensa così e che comunque sia lui tutti i giorni pensa. i
due si sono chiariti e meditano di organizzare qualcosa. alla fine
della telefonata, ha chiesto alla segretaria chi fosse Celentano.
il
sindaco, gironzolando per le stanze, si è reso conto che la sua
nuova portavoce fa poco o niente. più che altro, ozia.
- lei perché se ne sta così?
- ma..
- su, si dia da fare!
- lei perché se ne sta così?
- ma..
- su, si dia da fare!
sono
momenti difficili per il sindaco. di buon mattino ha convocato la
segretaria.
- ma la nuova portavoce che fa?
- e.. magari.. se lei.. dicesse qualcosa.. forse..
- mmm..
e si è messo a pensare.
- ma la nuova portavoce che fa?
- e.. magari.. se lei.. dicesse qualcosa.. forse..
- mmm..
e si è messo a pensare.
tra
i tredicimila che hanno preso parte alla mezza maratona, c'era anche
lui: il sindaco. in pantaloncini neri attillati e maglia nera
attillata (a strisce arancioni), dopo aver fatto stretching,
massaggi, un pò di salti e qualche caccola, alle 9.05 è partito.
non si hanno ancora notizie.
il
sindaco ha di nuovo incontrato il premier. hanno discusso
amabilmente, parlando del più e del meno, e soprattutto di un certo
"buco". il premier sembrava non capire, tant'è che a un
certo punto gli ha chiesto:
- un buco? che buco?
- il buco..
- ho capito, il buco, ma chi ha questo buco? lei?
- non proprio io.. è un buco nelle casse.. insomma..
- oddio! lei mi sta chiedendo.. soldi?
- soldi. sì. soldi.
e qui si sono salutati, sempre amabilmente.
- un buco? che buco?
- il buco..
- ho capito, il buco, ma chi ha questo buco? lei?
- non proprio io.. è un buco nelle casse.. insomma..
- oddio! lei mi sta chiedendo.. soldi?
- soldi. sì. soldi.
e qui si sono salutati, sempre amabilmente.
per
il sindaco ormai è un incubo questo buco. anche stanotte lo ha
sognato e verso le tre si è svegliato urlando:
- c'è un buco, c'è un buco!
dopodiché non è riuscito a riprendere sonno. allora si è messo a lavoro e sull'agenda ha segnato "buco da tappare". poi, tra parentesi, "chiedere alla segretaria").
- c'è un buco, c'è un buco!
dopodiché non è riuscito a riprendere sonno. allora si è messo a lavoro e sull'agenda ha segnato "buco da tappare". poi, tra parentesi, "chiedere alla segretaria").
mi
chiama e, senza troppi preamboli, mi fa:
- sono il sindaco. come va? tutto bene? bene.
vorrei dirgli che sono indaffarato a cambiare il pannolino al piccolo, ma non mi lascia spazio. continua, imperterrito.
- senta un pò, non so se sa questa storia del buco.. la sa? bene. c'è un buco, sì hanno scoperto un buco nel bilancio. niente di che, sia chiaro, normale amministrazione, ma la cosa mi infastidisce non poco, voglio dire, io sono il sindaco, non uno qualunque, e perciò la gente si aspetta da me.. pronto?, mi segue...
- ngueè, eooo, aee, iiiiii..
- sono il sindaco. come va? tutto bene? bene.
vorrei dirgli che sono indaffarato a cambiare il pannolino al piccolo, ma non mi lascia spazio. continua, imperterrito.
- senta un pò, non so se sa questa storia del buco.. la sa? bene. c'è un buco, sì hanno scoperto un buco nel bilancio. niente di che, sia chiaro, normale amministrazione, ma la cosa mi infastidisce non poco, voglio dire, io sono il sindaco, non uno qualunque, e perciò la gente si aspetta da me.. pronto?, mi segue...
- ngueè, eooo, aee, iiiiii..
il
sindaco è stufo. questa storia dei vigili corrotti lo sta snervando,
è andato in procura e ha chiesto ad alta voce: trasparenza.
- ci vuole trasparenza! trasparenza! vedrete, tutti i nodi verranno al pettine! per dindirindina!
insieme al procuratore, al capo dei vigili e il portiere del tribunale, hanno poi preso un aperitivo e dispensato larghi e rassicuranti sorrisi. una volta in ufficio, si è tolto le scarpe, si è messo comodo e ha detto alla segretaria:
- senta, per tutte quelle multe che ha preso quello sciagurato di mio.. per ora.. sospenda. lasciamo che le acque si calmino, magari più in là..le ricicciamo fuori. va bene?
- ci vuole trasparenza! trasparenza! vedrete, tutti i nodi verranno al pettine! per dindirindina!
insieme al procuratore, al capo dei vigili e il portiere del tribunale, hanno poi preso un aperitivo e dispensato larghi e rassicuranti sorrisi. una volta in ufficio, si è tolto le scarpe, si è messo comodo e ha detto alla segretaria:
- senta, per tutte quelle multe che ha preso quello sciagurato di mio.. per ora.. sospenda. lasciamo che le acque si calmino, magari più in là..le ricicciamo fuori. va bene?
oggi
è il compleanno del sindaco. ebbene sì, anche il sindaco compie gli
anni.
il
sindaco ha avuto un attacco di dissenteria violento, dovuto a stress.
a chi le chiedeva, la portavoce ha più volte risposto:
- ora non può ricevere, capite il momento.. persino il giorno del compleanno ha lavorato, poveretto. si da un gran da fare..
- a fare?
e qui non ha risposto.
- ora non può ricevere, capite il momento.. persino il giorno del compleanno ha lavorato, poveretto. si da un gran da fare..
- a fare?
e qui non ha risposto.