Grazie, Bartezzaghi

Negli ultimi giorni sono usciti due articoli di Bartezzaghi su Repubblica, entrambi illuminanti sulla situazione di libri e letteratura in Italia.
Il primo riguardava quello che possiamo chiamare il fenomeno "Gramellini", con un titolo che non lascia scampo: Lacrime & bestseller. Quando il racconto del proprio dolore diventa un format

Il secondo è di ieri, 24 marzo, e prende spunto dai dati Nielsen delle vendite dei libri che segnalano una forte diminuzione sia di acquisti che di lettori.
Il suo articolo lo si trova QUI e fa notare che non si vede mai un politico, un personaggio pubblico che legga un libro e questo è in contrasto con l'esortazione a leggere di più perchè:
la lettura è un' attitudine imitativa, si prende se si vede che gli altri ce l' hanno. Per questo, dire che leggere fa bene non serve a nulla, se nessuno ci ha mai visto farlo. Tullio De Mauro ha detto che il livello culturale di un italiano non è più (come era una volta) funzione del reddito della sua famiglia, ma del numero di libri presenti nella sua casa natale. 
Io, nel mio piccolo, l'esempio lo do: leggo per strada, camminando, in vaporetto, ovunque.

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