Bene, Non Bene e menzogne per scrittori secondo Agota Kristof


Ci mettiamo a scrivere. Abbiamo due ore per trattare l'argomento e due fogli di carta a disposizione.
Alla fine delle due ore ci scambiamo i fogli; ciascuno corregge gli errori di ortografia dell'altro con l'aiuto del dizionario e, in fondo alla pafina, scrive: Bene o Non Bene. Se è Non Bene gettiamo il tema nel fuoco e cerchiamo di trattare lo stesso argomento la lezione seguente. Se è Bene, possiamo ricopiare il tema nel Grande Quaderno.
Per decidere se è Bene o Non Bene, abbiamo una regola molto semplice: il tema deve essere vero. Dobbiamo descrivere ciò che vediamo, ciò che sentiamo, ciò che facciamo.
Ad esempio, è proibito scrivere:«Nonna somiglia a una strega»; ma è permesso scrivere:«La gente chiama Nonna la Strega».
E' proibito scrivere: «La Piccola Città è bella, perchè la Piccola Città può essere bella per noi e brutta per qualcun altro.
Allo stesso modo, se scriviamo: «L'attendente è gentile», non è una verità, perchè l'attendente può essere capace di cattiverie che noi ignoriamo. Quindi scriveremo semplicemente: «L'attendente ci regala delle coperte».
Scriveremo: «Noi mangiamo molte noci», e non: «Amiamo le noci», perchè il verbo amare non è un verbo sicuro, manca di precisione e di obiettività. «Amare le noci» e «amare nostra Madre», non può voler dire la stessa cosa. [...]
Le parole che definiscono i sentimenti sono molto vaghe; è meglio evitare il loro impiego e attenersi alle descrizioni degli oggetti, degli esseri umani e di se stessi, vale a dire alla descrizione fedele dei fatti.

da Il Grande Quaderno - La trilogia della città di K. - Agota Kristof


- Vedremo, vedremo. Non ha proprio nessuna ambizione, Claus?
- Ambizione? Non lo so. Voglio soltanto avere tranquillità, per scrivere.
- Scrivere? E cosa? Vuole diventare scrittore?
- Sì. Non è necessario studiare per diventare scrittore. E' appena necessario saper scrivere senza troppi errori. [...]
Peter dice:
- Non ci si guadagna da vivere scrivendo.
Claus dice:
- No, lo so. Ma potrò lavorare di giorno e scrivere tranquillamente di sera. Facevo già così da Nonna.
- Come? Ha già scritto?
- Sì. Ho riempito diversi quaderni. Li ho infagottati nel mio vecchio cappotto.
[...]
Claus scioglie il cordino con cui è legato il suo vecchio cappotto. Posa cinque quaderni sul tavolo. Peter li apre uno dopo l'altro:
- Sono veramente curioso di sapere che cosa contengono questi quaderni. E' una specie di diario?
Claus dice:
- No, sono delle menzogne.
- Delle menzogne?
- Sì, delle cose inventate. Delle storie che non sono vere, ma che potrebbero esserle.

da La terza menzogna - La trilogia della città di K. - Agota Kristof

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