Inizia da quel numero zero in
formato A4 la storia della casa editrice romana Minimum Fax.
Prendendo a prestito le parole di La
biblioteca di Gould non posso che esclamare «C’è dell’editoria
nei paraggi!». In poco più di un centinaio di pagine, Marco Cassini
editore, ci racconta il proprio viaggio nell’editoria. È un diario
divertentissimo e serissimo, commovente ed edificante, in cui
l’editore tra bolle cutanee, sanità pubblica, amici di amici di
amici di amici che gli chiedono continui pareri sui loro manoscritti,
pile di libri sempre in lettura per ogni momento della giornata, pile
di scrittori di cui innamorarsi, piani editoriali, prezzi di
copertina, calcoli mozzafiato, ardente desiderio per la letteratura e
metropoli riequilibranti, switcha continuamente tra uomo e supereroe.
Appassionante e rinvigorente il
racconto della contesa per i diritti sulle opere di Raymond Carver.
Di mezzo c’è ancora un fax dal quale, quel fatidico 24 di
dicembre, uscì un foglio con una frase scritta a mano da Tess
Gallagher, vedova di Carver e titolare dei diritti. La sua frase,
ironica e laconica insieme, era questa: «Cosa si prova a essere
l’editore italiano di Ray?».
Alla fine se non vi è venuta voglia di
correre a fondare una nuova casa editrice indipendente e
incorreggibile (per questo in fondo al diario c’è la Guida per
riconoscere i tuoi santi), perché vi siete spaventati, sicuramente,
tutti, esclamerete «Voglio sposare Marco Cassini!»
courtesy by Sabina Rizzardi