REFUSI. DIARIO DI UN EDITORE INCORREGGIBILE di Marco Cassini

Ora non pensate a oggi. Pensate invece all’anno del Signore 1993, quando internet nessuno sapeva ancora bene cosa fosse, quantomeno non io, e il fax sembrava già una formidabile conquista tecnologica: ebbene, avendo appena comprato il mio primo computer (un Powerbook 100 della Apple, con uno schermo grande poco meno, credo, di quello del nuovo videofonino di mia nipote minorenne, con una definizione decisamente peggiore) dotato di un programma che permetteva di spedire fax dal computer (miracolo!), pensai di improvvisarmi grafico, redattore, impaginatore, direttore e editore di rivista; misi insieme poesie, interviste, racconti, articoli scritti da amici, conoscenti, persone più o meno note (tutti, per statuto, della misura massima di una pagina) e pensai, chissà cosa mi passava per la testa quel giorno, di spedire questo numero zero di «minimum fax» alle redazioni culturali dei principali quotidiani italiani.


 
Inizia da quel numero zero in formato A4 la storia della casa editrice romana Minimum Fax.
Prendendo a prestito le parole di La biblioteca di Gould non posso che esclamare «C’è dell’editoria nei paraggi!». In poco più di un centinaio di pagine, Marco Cassini editore, ci racconta il proprio viaggio nell’editoria. È un diario divertentissimo e serissimo, commovente ed edificante, in cui l’editore tra bolle cutanee, sanità pubblica, amici di amici di amici di amici che gli chiedono continui pareri sui loro manoscritti, pile di libri sempre in lettura per ogni momento della giornata, pile di scrittori di cui innamorarsi, piani editoriali, prezzi di copertina, calcoli mozzafiato, ardente desiderio per la letteratura e metropoli riequilibranti, switcha continuamente tra uomo e supereroe.

Appassionante e rinvigorente il racconto della contesa per i diritti sulle opere di Raymond Carver. Di mezzo c’è ancora un fax dal quale, quel fatidico 24 di dicembre, uscì un foglio con una frase scritta a mano da Tess Gallagher, vedova di Carver e titolare dei diritti. La sua frase, ironica e laconica insieme, era questa: «Cosa si prova a essere l’editore italiano di Ray?».

Alla fine se non vi è venuta voglia di correre a fondare una nuova casa editrice indipendente e incorreggibile (per questo in fondo al diario c’è la Guida per riconoscere i tuoi santi), perché vi siete spaventati, sicuramente, tutti, esclamerete «Voglio sposare Marco Cassini!»

courtesy by Sabina Rizzardi

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