Uno si trova di fronte un titolo così e subito si smonta: malinconia? sarà un libro triste. Poi di fisica non ho mai capito molto neanche a scuola, figuriamoci adesso con un libro.
Allora, ascoltatemi: lasciate perdere il titolo, iniziate subito a leggerlo.
Prima trovate un bambino che ha una dote speciale, riesce ad entrare nei ricordi degli altri. La sua dote si chiama empatia e nei ricordi degli altri si muove come da piccoli esploravamo, da soli, le stanze di case sconosciute.
Mio nonno in me non riesce a decidere. Ecco da
dove viene questa perenne indecisione che mi tormenterà in seguito. Mi
vedo come me ne sto là , magrolino, spilungone, con un ginocchio
sbucciato, col berretto che sta per essere bucato dal mago,
curioso e tentato dal mondo che mi si porge tutt'intorno. Mi allontano
ancora un po', mi vedo dall'alto a volo d'uccello, tutti intorno a me
vanno e vengono, io sto fermo, e nonno sta fermo, tutti e due in un solo
corpo.
Poi questo bambino trova il minotauro e noi con lui. Noi non siamo più bambini, sappiamo chi è il Minotauro, lo abbiamo studiato a scuola. Dimentichiamolo, non è quello, il bambino e lo scrittore ci dicono e ci ripetono che il Minotauro non è altro che un bambino abbandonato, lasciato solo.e lasciato al buio. Gospodinov crea una nuova figura mitica, un archetipo del diverso e del messo al bando, oltre ad essere l'alter ego del narratore.
Poi il bambino cresce e non riesce più ad entrare nei ricordi degli altri e allora inizia a raccogliere i ricordi, suoi e degli altri, li compra anche, paga per avere storie da poter scrivere per ricordare.
So che il passato non reca frutti, come una giumenta sterile. Per questo mi è ancora più caro.
Come i razzi spediti nel cosmo con le istruzioni per presentare il genere umano, così queste raccolte di ricordi ci servono per dirci chi siamo.
Empatia, minotauro e ricordi, questi sono i temi; Bulgaria è la scena, dal 1968, anno di nascita anche dell'autore, ad oggi; la narrazione è fatta a breve scene, a riflessioni, a elenchi e collezioni di ricordi e di storie, ognuna con il suo bravo nome di capitolo. Lo spiazzamento dato dal'uso dei pronomi, dalla doppia persona, la prima e la terza, quando Gospodinov racconta le scorribande del bambino nei ricordi altrui, l'io del bambino e l'egli del proprietario dei ricordi. E questo doppio uso continua anche dopo:
Scappo nel rifugio antiaereo delle terza persona, invio un altro nei campi minati del passato. Lo stesso che una volta era alla prima persona, era io, e ho paura di chiedere se è ancora vivo. Sono vivi coloro che noi siamo stati?
Un libro che ha tanti meriti, ve li lascio scoprire ma uno ve lo racconto: è un libro che racconta l'uomo non al centro del mondo, è un libro contro l'antropocentrismo. L'empatia del bambino è la strada per un mondo diverso, dove tutti trovino dignità , dove non ci siano più minotauri.