La mattina ho preparato pane tostato e caffè in cucina. Mi sentivo in pace nella luce brillante dell'alba. Samuel è entrato, mi ha sorriso come fa ogni mattina. Ho sempre l'impressione che abbia passato la notte lontano da me, che ritorni da una lunga assenza anche se ha dormito alla mia destra come ogni notte. Mi dice buongiorno e per me è un indizio supplementare. Penso, allora non era davvero alla mia destra stanotte, c'erano solo il suo scheletro e la sua carne vuota, nient'altro. Sorrido e lo bacio, non lascio trapelare niente di quello che mi frulla nel cranio.
E nel cranio della giovane Lili frulla un mondo, una sorta di freak show, un universo che non è stato proprio clemente con lei. Gli uomini che in generale le piacciono molto, sono un po' difficili da trattare, a cominciare dal padre, nostalgico nazista in adorazione dell'icona di Dudolf, e da Yoïm, l'amante gigantesco, sempre vestito di nero e, forse, specchio dell'amata madre, che "si sposta in un'altra dimensione", enorme anche lei, però sempre vestita di fiori. Lili vive con Samuel, l'unico uomo che si prende cura di lei, ma che riesce, il mio Samuel, a risvegliare in me niente di più che riconoscenza. Non ci sono mai stati mezzi termini nella vita di Lili e non ce ne saranno nemmeno alla fine di questo romanzo. C'è tanta realtà parallela però, tanta immaginazione, forse indotte dalla paura di una realtà sovrastante. E in me, come intuite, ci sono tanti forse che, immaginando il suono della sua voce "bambina" e della mia "alba", cullano.
È
stato il silenzio a svegliarmi quella notte. Un silenzio frusciante,
un silenzio di città, pieno dei nostri motori intimi, il brusio dei
meccanismi, il ronzio delle zanzare e i colpi d'ala di una mosca
contro i vetri. Sentivo la strada e il sibilo dei pneumatici, le
sirene lontane e le migliaia di crepitii delle televisioni degli
insonni, sentivo l'acqua che batteva nella doccia e i messaggi che si
registravano nel segreto dei cavi telefonici, che attraversavano il
mio spazio circostante, che mi attraversavano per seguire il loro
corso. Ascoltavo la notte d'estate con il suo palpito irregolare.
Ma
quello che mi ha svegliato è che nessun rumore sovrastava questa
vibrazione. Di solito sento gli animali. Sento gli animali dello zoo
che vivono la loro vita notturna e misteriosa. E invece quella notte
niente. [...]
«Dove
sono gli animali?» [...]. Mi sono alzata e sono andata alla finestra
aperta, [...]. Sono rimasta un momento ad aspettare che si
svegliassero, ho pensato, forse ogni notte c'è un'ora in cui gli
animali tacciono, forse semplicemente non me ne sono mai accorta. Ho
aspettato che si svegliassero. Ero là, immobile, l'occhio fisso sul
giardino, la spalla contro lo stipite della finestra, a
riaddormentarmi, anche se in piedi, con la mente che si allontanava e
rallentava, facendo fatica a riorganizzarsi, quando all'improvviso li
ho visti passare.
Per
prima la giraffa... Sarà reale questo esodo notturno degli
animali dello zoo? Non lo so, ma di questa Lili, malinconica, comunque tenera e distante dal mondo,
piacevolmente non scorgo la fine.
Vi metto
a parte della mia missione #quoteROSAinLIBRERIA. Come libraiA ho
deciso di leggere gran parte delle scrittrici presenti tra i nostri
editori. C'è bisogno di conoscerle e spacciare i loro libri.
GLI
UOMINI IN GENERALE MI PIACCIONO MOLTO
di
Véronique Ovaldé
traduzione
di Lorenza Pieri
progetto
grafico di Riccardo Falcinelli
pp 121 €
8,00
titolo
originale Les hommes en général me plaisent beaucoup
©
Minimum Fax 2005, 2015