La ragazza di Angelika Klüssendorf

Questo è un libro angosciante. Bello ma angosciante. Fino oltre la metà del libro non sono riuscito a leggere che poche pagine al giorno, tanto ero in difficoltà emotivamente leggendo.
La ragazza del titolo ha dodici anni quando la troviamo, vive con sua madre e suo fratello Alex di sei. Qui si ferma la normalità della sua vita.
"Merda che vola per aria, sfiora i rami di un tiglio, colpisce il tetto di un autobus in corsa, plana sul cappello di paglia di una giovane donna, si spiaccica sul marciapiede."
Questo è l'inizio del romanzo, la prima immagine è quella della merda che vola: è la ragazza che la lancia dalla finestra di casa sua, è la merda sua e di suo fratello, chiusi in casa dalla madre per giorni perchè lei se ne va e li abbandona lì, in casa, chiusi, con poco da mangiare e senza bagno.
Questo è il benvenuto che la Klüssendorf dà ai lettori, il benvenuto nella vita della ragazza. E così continua per tutto il libro: metaforicamente ci arriva addosso la merda di questa sua vita, seguiamo le sue giornate, di questa bambina che cresce, con questa madre che sparisce ma poi torna e sono guai, si arrabbia per nulla, e sono punizioni feroci per i due figli. La vita della ragazza è buona parte fatta di tecniche di sopravvivenza alla madre, una madre che non pensi possa esistere, così insensibile, così violenta e incurante dei figli, soddisfatta di incutere timore e di infliggere patimenti fisici e morali, anche per gioco:
"Facciamo un giuoco, dice la madre, e Alex si lascia subito andare a un'allegria smodata battendo le mani. Se lui mangerà un peperoncino, lei gli darà cinquanta centesimi. Non ha mai visto un bacello così piccolo e di un rosso così lucente. La madre ne ha davanti a sé un intero sacchetto, forse lo ha preso alla Mitropa.
Cinquanta centesimi, ripete la madre, e c'è qualcosa in quella voce che la rende diffidente. Ma il fratello lo ha già addentato, mastica, ingoia, comincia a urlare, corre al rubinetto, saltella per la cucina, paonazzo in volto, agitando le mani selvaggiamente, come se volesse scacciare uno sciame di vespe, sputa fuori la lingua incredulo e ansimante."
Siamo della Germania dell'Est, in una periferia di una città, in un periodo indefinito degli anni '70. Siamo nel paese di Honecker e della Mitropa, paese e situazioni che l'autrice conosce bene essendoci nata ed avendo sperimentato anche la gestione centralizzata e socialista delle carriere: non vai bene a scuola? vai a lavorare come allevatore di bovini, come la ragazza del racconto.

Non vale la pena stare qui a raccontare le vicende della ragazza, le sue disavventure a scuola, il suo apprendistato nel rubare, le sue fughe, il rapporto con il padre, la sua passione per la lettura, il suo comportamento che diventa violento come la madre, il suo arrivo all'istituto dove finisce di essere bambina e diventa ragazza. Non è quello che succede ma è l'inevitabilità del male, del male subito e del male fatto, la volontà di ribellarsi sapendo che è inutile, la rassegnazione al peggio:
"[...] ha in fondo un'idea abbastanza rassegnata di colui che sarà suo marito, ma di questo non parla alle altre ragazze.Il futuro marito sarà più vecchio di lei, grasso e infermo, avrà un cane che porterà a fare la pipì. A quell'uomo grasso lei farà da mangiare, cambierà la biancheria, leggerà a voce alta. Praticamernte non parleranno, i contatti fisici saranno esclusi. E in cambio di questi servizi riceverà del denaro. Quest'idea ovviamente non la rende felice, eppure pensa di non meritare niente di meglio."

E su tutto, dall'inizio alla fine, la scrittura. Per fortuna l'autrice ci ha risparmiato un racconto in prima persona che non sarebbe stato tollerabile, troppa l'identificazione con la protagonista. Ma è un racconto stando sempre con lei, è sempre il suo punto di vista, che racconta quello che succede e quello che vive. Con uno stile asciutto e attaccato alla realtà, frasi corte e secche che hanno lo stesso effetto della carta abrasiva, una capacità di tenere alta la tensione di questo racconto per tutte le pagine. Una prova veramente notevole che, da sola, merita la lettura.
Apro una pagina a caso:
" Se ne sta seduta sul bordo del letto a osservare Mui e Carmen che fanno le valigie, l'aria è piena del ronzio delle loro voci tutte eccitate. Per le vacanze estive lei non andrà a casa come tutte le altre. La madre non ha voglia di vederla."


Angelika Klüssendorf
La ragazza
(Das Mädchen)

traduzione Matteo Galli
copertina Antonio Almeida
L'ORMA editore
162 pp, 16 euro


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