SCRITTURA CUNEIFORME di Kader Abdolah


Paratesto:
Luogo: Venezia, Biblioteca Querini Stampalia.
Occasione: Incroci di civiltà 2014
Attori: da una parte un folto pubblico interessato, dall’altra lui, Kader Abdolah, scrittore iraniano che scrive in olandese.
Domanda: in che lingua pensa?
Risposta: io non penso in nessuna lingua, non pensiamo in lingua, mio padre era sordo muto, non ha mai imparato a scrivere, in che lingua pensava lui? eppure lui pensava…

Testo:

Nelle storie di Kader Abdolah, questo ormai credo di averlo capito, c’è sempre un tenue alone che rimanda alla leggenda. Pur essendo i personaggi di questo libro molto moderni, persone che combattono per far trionfare i propri ideali, il tappeto (mai come in questo caso il termine è azzeccato) che da alla storia raccontata una certa tridimensionalità risiede nella potenza del mito e della leggenda. I fatti quotidiani vengono mescolati sapientemente con le leggende che fanno da fondamento alla storia Iraniana e, nel particolare, Persiana.
Kader Abdolah è un narratore immenso. Uno da cui vorresti sentir raccontare anche le telecronache delle partite di calcio. Ha un’abilità fuori del normale di prenderti per mano alle porte del racconto e accompagnarti piano piano dentro la trama senza nemmeno che tu riesca ad accorgertene.
In “Scrittura Cuneiforme” facciamo la conoscenza di Aga Akbar, riparatore di tappeti sordo muto, del figlio Ismail che gli farà da guida fino a quasi la fine dei suoi giorni, della coraggiosa sorella Campanellino, dell’irascibile e forte Tine, moglie di Akbar. Ma veniamo a conoscere anche la storia dell’Iran, il periodo dello Scià di persia, Reza Palahvi, e poi gli Imam, l’ayatollah Kohmeini, a guerra tra Iraq e Iran con i bombardamenti a tappeto ordinati da Saddam Hussein. Ed è qui il punto chiave della bellezza di questo libro. La storia personali di un povero riparatore di tappeti sordo muto, ignaro di quanto gli succede attorno, costretto a comunicare con un linguaggio dei segni da lui inventato, che scrive con una scrittura cuneiforme la cui origine si perde nel mito, questa storia si intreccia, si fonde, si amplia nello scorrere della storia di un paese.
Da un lato abbiamo Aga Akbar che vive la propria vita per come l’ha impostata lo zio. Compie azioni quotidiane, come quella di andare a pregare, anche perché così gli hanno detto di fare e lui non ha modo di approfondire. Dall’altro lato abbiamo Ismail, il figlio, curioso, vorace lettore che nei libri trova il modo di svelare i lati oscuri degli insegnamenti ricevuti. Sarà Ismail, comunicando con il padre in quel linguaggio dei segni molto personale, a far breccia nell’ignoranza del padre e a mostrargli cosa c’è oltre ciò che gli è stato detto.

Coordinate:
“Scrittura cuneiforme” è uno dei libri di maggior successo pubblicati da Iperborea e Kader Abdolah è sicuramente uno degli autori di punta. Iperborea ha pubblicato tutti i suoi libri attualmente disponibili in Italia. L’ultimo, del 2013 è “Il Corvo”.
Kader Abdolah ha una facilità di scrittura che ha del sorprendente. Un narratore della miglior specie. Qualcuno che riesce a far diventare ogni suo libro una lettura necessaria. Io, se incontrassi per strada Kader Abdoah gli chiederei di andarci piano che per finire questo libro ho perso un po’ di ore di sonno.

Elisabetta Svaluto Moreolo
ha il compito, secondo me non gravoso e altrettanto secondo me portato avanti con grandissima abilità, di tradurre le opere di Kader Abdolah dal nederlandese all’italiano. Faccio sempre un po’ di fatica a sincronizzare la mia mente sul fatto che a discapito del nome e della sua provenienza, Abdolah non scrive in persiano, bensì in nederlandese. A tavolino mi sembrano due lingue completamente opposte, eppure hanno trovato un modo di dialogare e convivere nella mente di questo scrittore. Alla traduttrice vorrei chiedere se nota delle differenze marcate tra il nederlandese di Kader Abdolah e quello di qualsiasi altro scrittore che ha tradotto in precedenza.
Una nota in chiusura. Sentire quel leggero scricchiolio quando apri il libro, sentire le corde (perdonatemi, non conosco il termine tecnico) usate per la rilegatura tendersi sotto le mie mani è una sensazione che nessun ebook mi potrà mai dare. Detto da una persona che ultimamente ha letto più ebook che cartacei.



Courtesy by Gianluigi Bodi // Senzaudio

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