All’interno
di Teatro grottesco di Thomas Ligotti si respira tutta l’inquietudine
delle paure più ataviche. Creando atmosfere postindustriali dominate
dalla desolazione e da cupi misteri, Ligotti delinea una metafisica
dell’orrore: gli incubi prendono forma nelle viscere degli uomini e
delle terre che popolano questi racconti. Dietro ogni tenebra, dietro
ogni coltre nebulosa si cela una cosmogonia fatta di esseri ibridi e
senza nome. Una fiera di insensatezze dai contorni sempre fuori fuoco
e sfuggenti, presenze intriganti che paiono prendere vita e
corrompersi nelle elucubrazioni dei personaggi, e successivamente,
rendersi così vischiose da fagocitarne le esistenze.
“Qualcuno ha detto” esordiva il testo “che dopo aver sopportato certe traversie – di ordine estatico o abissale – dovremmo sentirci obbligati a cambiare nome, poiché non siamo più coloro che eravamo. Invece si applica la regola opposta: il nostro nome perdura a lungo anche dopo la sparizione completa di qualunque cosa fosse anche solo soltanto simile a ciò che eravamo o credevamo di essere. Non che ci fosse granché nemmeno all’inizio: nient’altro che discutibili ricordi e impulsi sparpagliati qui e là come fiocchi di neve in un inverno grigio e interminabile. Ciascuno dei quali, tuttavia, presto cade e si posa in un vuoto freddo e senza nome.”
I racconti di Teatro grottesco brulicano di esseri crepuscolari, schiacciati tra terre e cieli della consistenza del piombo: assoggettati tutti da un destino deforme e imperscrutabile dalla logica perversa. Tutti assimilati e manovrati da meccaniche celesti malvagie e ipnotizzanti. La ricerca di senso approda inevitabilmente alla conclusione della sua inconsistenza: è il non senso l’essere ultimo; la ricerca solo l’ennesima illusione.
Che cosa significa essere vivi se non corteggiare ogni attimo il disastro e la sofferenza? Per ogni svago, per ogni brivido che la nostra natura di generati esige da questo mondo-luna park, anche a costo dell’apocalisse, ci sono rischi da correre. Nessuno è al sicuro, neanche gli artisti-maghi o gli scienziati esoterici, che sono i più illusi perché i più predisposti a lasciarsi tentare da divertimenti di genere misterioso e innaturale, armeggiando da buoni artisti o scienziati con il caos intrinseco delle cose.
courtesy by Martina Mantovan
Teatro grottesco
di Thomas Ligotti
traduzione di Luca Fusari
Il Saggiatore
€ 19
Il Saggiatore
€ 19